giovedì 8 luglio 2010

Un singolare incontro con un ragazzo dagli occhi luminosi

Seduto al parco, il ragazzo contemplava il cielo nuvoloso, trafitto da alcuni raggi di sole, e le rondini veloci cantare entusiaste la vita.
Richiamavano decisamente l’idea di libertà…

“Ciao! Scusa mi faresti fare una telefonata? E’ urgente!”.
Contemplazione interrotta.

Era una ragazza di circa 18 anni, capelli tinti di rosso, alcuni tatuaggi e modo di vestire “alternativo”.

“Certo” disse lui, dandole 1 euro.
“Grazie mille, faccio veloce!”

Dopo una rapida conversazione alla vicina cabina telefonica la ragazza tornò dal giovane – vestito con una camicia in stile medievale viola e dei pantaloni stretti di lino di colore indaco - notando un po’ meglio le sue caratteristiche: capelli lunghi, neri, ondulati e occhi azzurri… un po’ strani. Sembrava quasi che brillassero di luce propria.

“Grazie ancora, troppo gentile!” fece lei sedendosi accanto a lui.
“Di nulla”
“Piacere, Valeria”
“Ferdiad, piacere”
“Caspita, che strano nome! Bello però! E’ americano o inglese?”
“E’ mitologico” fece lui.
“Ah… Comunque non è facile trovare qualcuno disposto a darti qualche spicciolo per telefonare o a prestarti il cellulare... Sei di qua?”
“Sì”
“Strano, non ti ho mai visto…”
“Forse, invece, mi avrai notato anni fa, quando vestivo anch’io simile a te. Ma erano altri tempi…”
“Ora che mi ci fai pensare credo ricordarti allora... a quei tempi avevi un viso triste, mi pare... molto pensieroso, ecco. 
Però! Hai proprio cambiato filosofia eh?”
“Si, i veri cambiamenti son quelli che originano dal profondo…” rispose lui, e disse tali parole poiché intuiva che il termine ‘filosofia’ pronunciato da Valeria sostituisse invece, molto probabilmente inconsciamente, il significato di ‘etichetta’.

E, mentre Ferdiad le rispondeva, lei non poté fare a meno di prestare particolare attenzione a qualcosa che la ‘perforava’ proveniente da quegli occhi chiari.

“Capito. Quindi a cosa ti interessi? E che musica ascolti?”
“Diciamo che mi interesso all’antica cultura europea e al folklore; studio le differenze, con le loro cause, tra la mentalità dei popoli odierni e quelli antichi. Quanto alla musica, mi piace molto l’arpa celtica”. E lì poteva limitarsi nell’esporre i suoi ‘interessi’...

Lei annuiva facendo smorfie stupite.

“Trovo sia molto superficiale e vuoto – continuò lui - darsi delle limitanti etichette (cosa che ormai è una prassi). Lo scenario quotidiano di questo sistema odierno può essere benissimo rappresentato da un supermercato: lì tutti i prodotti (le persone) sono divisi in settori e in questi non si differenziano notevolmente l’uno dall’altro (etichetta, ruolo e modo di vestire) se non per via di qualche variante del prodotto…
E tu? Di che t’interessi?”

“Bahh… nulla di particolare: ascolto tendenzialmente rock, metal e simili, ma posso ascoltare qualsiasi genere se il brano è bello. Comunque è vero il discorso delle etichette, io suono in un gruppo punk stile '77 ma non mi definisco.”
“E cosa esprimete nel tuo gruppo? Quali messaggi?”
“Eh, che siamo incazzati perchééé….. non ci piace come vanno le cose in generale”
“Infatti di questi tempi le cose vanno proprio male”
“Certo! C’è una politica di merda, tendenze stupide, un’economia sbagliata ecc…possiamo solo fare rumore per farci sentire, per cercare di cambiare le cose”
“Solo?” domandò lui.
“Beh, si, fare manifestazioni, suonare, graffiti e cose così, insomma… sperando di essere ascoltati, visto com'é la gente.
D’altronde l’uomo è di natura meschino ed egoista…”

Sorridendo lievemente, Ferdiad indirizzò al cielo il suo sguardo azzurro.
“Le vedi quelle vivaci rondini nel cielo? Vivono conformi alla loro natura e sono eleganti e belle. Non rendono conto a nessuno di ciò che fanno. Sono libere.
L’essere umano, Valeria, non è più naturale, non segue più le Antiche Leggi di armonia della Natura, della Grande Madre (come erano soliti gli antichi chiamare quell’entità divina, madre della Terra e di tutti i suoi abitanti, materiali o meno) e quindi ne deriva una disarmonia e uno squilibrio nella vita umana sempre peggiori che stanno portando la nostra specie sempre più vicina al baratro.
Ciò è avvenuto gradualmente con il sopraggiungere dei tempi oscuri, con l’avvento della religione attuale e, successivamente, del materialismo.  
Gli antichi, comunque, già conoscevano la piega che avrebbero assunto i tempi a venire fino ad oggi.
Questo distacco dalla Natura sta trasformando l’uomo in un essere sempre più grigio e artificiale.”

Dopo alcuni attimi di silenzio che Ferdiad le aveva lasciato per permetterle di “digerire” quanto appena detto, Valeria, con aria scherzosa, disse: “Non dirmi che sei uno di quei new-agers incalliti!”

“No, non sono un new-ager.” Rispose lui sorridendo.
“Quello che voglio dire – riprese Ferdiad – è che se noi viviamo nella bruttura, nella disarmonia, nella superficialità e nello squallore dobbiamo cercare di essere l’opposto.

Se viviamo in una landa deserta e pietrosa non possiamo illuderci di poterla estinguere tirandole addosso con veemenza altre pietre, perché, per quanto potremmo giustificare la nostra azione spiegando che le pietre scagliate sono di un materiale diverso da quelle che compongono la pietraia che si stende davanti a noi, sempre pietre sono. E certamente anche nella stessa pietraia ci saranno alcune varianti di sassi, ma ciò non muta il fatto che sempre una deserta landa pietrosa rimane…
Quello che invece possiamo fare per contrastare sempre di più quest'arida condizione è irrigare il terreno e renderlo sempre più verde e vivo!”

Valeria annuiva per educazione ma non sapeva cosa rispondere dato che aveva compreso come il discorso di Ferdiad andasse a minare quelle che sono le idee di molti “alternativi”, di varie correnti, riguardanti il contrastare il sistema.

“Beh… si… direi che è così...!” fece poi lei.

Seguendo velocemente il ragionamento del giovane si trovava costretta a vedere le cose sotto un punto di vista diverso da quello che finora l’aveva caratterizzata: musica (o rumore) disarmonici, appartenenza a un’etichetta, a un ruolo che dettava modi di comportarsi e di pensare già preconfezionati ma illusoriamente originali, e quindi tanta ipocrisia, dato che tali modi di essere non sono nulla di esterno al sistema ma bensì una sua branca.

Favorire il mercato musicale, seguire falsi idoli inconcludenti, concentrazione sull’apparenza, sostanze stupefacenti, che ad altro non servono se non come ulteriore distrazione dal Grande Vuoto che caratterizza la maggioranza degli individui, e altro… sarebbe ciò a costituire il diverso?

Una sgradevole domanda tentava di farsi strada nella consapevolezza di Valeria: “Non sono quindi differente, alternativa?
Sono come gli altri?
Sono parte della pietraia?
Cosa sono… io?”

Silenzio imbarazzante.
Tensione.

Non avrebbe saputo come proseguire quel dialogo…
Improvvisamente controllò l’ora.

“Cavolo che tardi! Devo proprio andare perché sono in ritardo. Devo pranzare con degli amici e non credo di riuscire ad essere puntuale!” Disse lei.

“Tranquilla, vai pure. Buon proseguimento!”

“Mi spiace andarmene così, magari ci si rivede, eh? Ciao!”

“Ciao!”

Passo veloce.
Quegli strani occhi le tornavano alla mente con insistenza.
Si sentiva strana, quasi frammentata dentro…
Ben presto si fece strada una sensazione diversa. Iniziava a sentirsi seccata.

Ma chi si credeva di essere quel tipo stravagante che si dilettava nella sua noiosissima eloquenza?
Come si permetteva di criticare il suo mondo?
Era solo un new-ager gasato che non aveva nulla di meglio da fare che mettersi in mostra con un’aria fastidiosamente saccente!
Eppure, nel suo profondo… non era del tutto convinta di quello che pensava…

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Valeria arrivò all’appuntamento con mezz’ora di anticipo.

Quando la ragazza ‘alternativa’ se fu andata, Ferdiad, calmo come un placido lago e con un lieve sorriso, si alzò e s’incamminò verso le colline boscose fuori dal paese.

Strada facendo un’anziana donna si impressionò nel vedere come gli occhi uno strano ragazzo, vestito in modo antico, brillassero intensamente di una strana luce azzurro ghiaccio…

Dopo essersi girata verso di lui per osservarlo ancora qualche attimo mentre proseguiva verso i boschi, si fece il segno della croce.

1 commento:

  1. Proprio suggestivo e stimolante..... ma cavolo mi ricorda qualcuno il personaggio XD

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