mercoledì 16 novembre 2011

La Fenice dell'Acquario e l'Isola del Destino



In quest'epoca di cambiamento e tumulti varie persone e correnti di pensiero discorrono sull'approssimarsi dell'Età dell'Acquario, che dovrebbe comportare forte cambiamento nel piano sottile, il quale si ripercuoterebbe anche nella qualità dell'esistenza terrestre, migliorandola e permettendo di creare nel pianeta un'esistenza via via più armonica.

Nel nostro pianeta i luoghi più “tranquilli” e magici, carichi di energie naturali, ospitano delle energie che molto probabilmente li renderanno degli “eletti”, nel ruolo di veri e propri centri spirituali che avranno il compito di irradiare nei luoghi attorno a loro la luce del Nuovo Paradigma.

Nel caso dell'Europa la terra che svolgerà tale funzione potrebbe essere l'Isola del Destino: l'Irlanda.

Questa terra, i cui antichi nomi gaelici sono Ériu, Bamba e Fotla (corrispondenti a tre regine, o emanazioni di Dana, Dea Madre) è sempre stata considerata un luogo intriso di magia e spiritualità. La sue tradizioni sono ricche di mitologia e leggende piene di divinità, spiriti ed esseri fatati che il Cristianesimo non è riuscito ad estirpare ma solo, in certi casi, ad “assorbere” e reinterpretare.

Nonostante i tumulti umani (politici e religiosi) che ha l’Isola ha vissuto in particolare dopo la conversione al Cristianesimo attuata da San Patrizio - compreso il disboscamento (era chiamata anche “Isola dei Boschi” per esser stata una grande foresta tre volte nella storia conosciuta) - non ha mai cessato di essere un luogo enormemente affascinante che ha sempre prodotto leggende ed ispirato poeti, mistici, sensitivi, esoterici e cantori.
Nondimeno le testimonianze, anche recenti, sull'esistenza del “Piccolo Popolo” e sull'“Aristocrazia” elfica, accostate con la ancora continuata prassi di offrire un piattino di latte alla “Buona Gente”, continuano a rendere il luogo meravigliosamente misterioso e bizzarro.

Bisogna però precisare che tali cose accadono nei luoghi più naturali, sperduti e tranquilli dell'Isola, ed ovviamente ad un certo tipo di persone, con una certa sensibilità, le quali, per continuare ad esistere anche in futuro, dovranno essere aiutate dall'avvento di una Nuova Era che le preservi e le favorisca.
In caso contrario il genere umano potrebbe forse decadere tanto da arrivare persino a non sospettare più nemmeno l'esistenza di certe realtà, fagocitato dal Nulla imperante come già a moltissimi è accaduto e continua ad accadere.
Ma potrebbe invece essere che proprio nei prossimi tempi le cose che sono ora verranno scosse sempre più a fondo e trasformate secondo un nuovo schema. E ciò è oggetto di questo scritto legato all'arrivo della Nuova Era nel contesto europeo.

***

Nel periodo del “Rinascimento Gaelico”, avvenuto nel XIX°, XX° secolo, Annie Besant, presidentessa della Società Teosofica di Adyar, in India, profetizzò che l'Irlanda tornerà ad essere l'“Isola dei Santi”, ovvero un potente centro spirituale, perché «ciò che l'India è per l'Asia, l'Irlanda è per l'Europa» (curiosamente le due bandiere hanno gli stessi, identici tre colori...).

In connessione a quanto detto, ci spostiamo ora in Britannia, e più precisamente nel luogo che è (o che fu) sede terrena della magica e leggendaria Isola di Avalon: Glastonbury.

In tale luogo, già accennato in scritti precedenti, particolare rilevanza ha il Tor, il monticello sacro che in epoche andate fu frequentato come un grande tempio naturale, luogo di iniziazione e portale d'accesso ad altre realtà.



Nel Tor si erge l'ultimo resto di un vecchissima costruzione cristiana: la torre di san Michele, nella quale c'è una raffigurazione in cui si vede un angelo che pesa un'anima sulla bilancia del giudizio. Ma in corrispondenza della bilancia, dall'altro lato, c'è una raffigurazione di Santa Brigida che munge la sua mucca, simbolo assai materno. Infatti Brigida non è altro che un ennesimo tentativo Cristiano di sovrapposizione, in quanto Brigit è in realtà un'antica Dea celtica irlandese, emanazione della Grande Dea.
Ciò, dunque, suggerisce il legame di Glastonbury, Avalon, con l'Irlanda...
Infatti, Glastonbury viene chiamata anche “piccola Irlanda” per via della particolare affluenza di irlandesi sul luogo, dovuta appunto alla presenza di Brigida/Brigit.

Ma perché stiamo parlando di Glastonbury?
Perché tale luogo potrebbe racchiudere una profezia geomantica.
Bene, continuiamo dunque procedendo con calma.

Riguardo ad una fonte relativamente recente, riporto una citazione dal libro “Avalon – I Sacri Misteri di Artù e Glastonbury”, di Nicholas R. Mann: «Negli anni '30, una nota psicometrista, Olive Pixley, e lo scrittore John Foster Forbes visitarono il Tor. La signora Pixley descrisse un rituale di un passato remoto in cui vedeva una schiera di persone che si raccoglievano prima dell'alba per salire sul Tor. Era una celebrazione: si udivano tamburi, canti e nenie mescolati ai pianti dei bambini e ai latrati dei cani. Sulla cresta del Tor si trovava un cerchio di pietra. Mentre la gente saliva sulle terrazze, i loro suoni e movimenti creavano una traccia di “energia eterica” a forma di serpente, che andava illuminandosi man mano si avvicinava alla cima. Al levarsi del sole, la spirale-serpente di energia si fuse con la luce del sole grazie alla catalizzazione del cerchio di pietra. L'energia risultante si incanalò in un raggio diretto all'esterno, che attraversò gli “allineamenti” presenti nel territorio, a beneficio dei regni delle piante e delle farfalle. La chiave del rituale, pensò la signora Pixley, era la vibrazione di suono e luce. Gli antichi, usando tradizioni risalenti ad Atlantide, convogliavano questa energia in luoghi adatti, come il Tor, per rafforzare la vita.
      Nel 1945 John Foster Forbes visitò nuovamente il Tor in compagnia di un'altra psicometrista, Iris Campbell, la quale ebbe la visione di una danza rituale che si muoveva “come il sole” su e giù dal “sentiero a spirale” del Tor. Il vortice di energia così prodotto creava una volta eterica di una “sostanza vitrea”, attraverso la quale le forze rigenerative potevano essere inviate, in questo caso, a tutti i fiori e gli uccelli viventi.
[…] Si dice che lassù i monaci tibetani levitino e i sensitivi sono all'opera per scoprire le chiavi tonali che entrano in risonanza con il Tor e consentono di accedere alle città cristalline sottostanti!»

Sul luogo son state fatte varie affermazioni, come il fatto che sia una collina fatata; un luogo di guarigione, «un luogo dove compiere i riti del trapasso, un centro di potere globale, il centro di una linea di forza, un portale galattico, il chakra centrale del pianeta...»; «Lo stesso paesaggio aiutava a foggiare la natura della conoscenza» (1).
Vorrei infatti precisare che secondo i Celti spiritualità e paesaggio erano una cosa sola, non si potevano separare: il paesaggio, con la sua conformazione e le sue caratteristiche è la manifestazione della spiritualità e delle energie del luogo.
Possiamo dunque utilizzare quanto appena detto come premessa e chiave per trattare quanto segue.

Nel sedicesimo secolo John Dee, astrologo e matematico a servizio di Elisabetta I, oltre all'aver affermato di aver trovato le “polveri alchemiche” rosse e bianche (colori eternamente presenti nella Tradizione Avaloniana) di San Dustan, il quale scrisse un trattato alchemico intitolato The Philosopher's Stone, si espresse anche con frasi che furono sempre difficili da comprendere, o da riscontrare, fino alla scoperta dello zodiaco di Glastonbury.



Si tratta di una scoperta che conferma ciò di cui parlava Dee nei suoi appunti, ovvero del “segreto di Merlino”. Una parte dello scritto dice: «Le stelle che coincidono con i loro riflessi sulla terra galleggiano nel medesimo sentiero celeste del sole, della luna e dei pianeti [...]» (2), parole che per secoli rimasero enigmatiche.
Nel 1929 Kathryn Maltwood, un’artista, pubblicò la sua opera  A Guide to Glastonbury ‘s Temple of Stars.
Ella studiava le leggende arturiane e un giorno fu colta da un’improvvisa ispirazione: perché non interpretare letteralmente i viaggi dei cavalieri?
Supponendo che davvero Cadbury si trattasse della leggendaria Camelot, la donna ripercorse alla lettera i percorsi narrati nelle leggende. Sempre dal libro di R. Mann: «Se una leggenda descriveva un viaggio di un giorno a cavallo verso Ovest, quello sarebbe stato il suo viaggio» (3).

Così facendo, assieme a ottime cartine dell’Ordnance Survey e all’aiuto di diapositive aereopanoramiche, poté svelare un’incredibile schema presente sulla terra, fatto di figure straordinarie, nel vero senso del termine.
Tale schema fu descritto come una replica dei segni zodiacali del cielo.



Infatti lo zodiaco terrestre è il prodotto della combinazione di elementi naturali e artificiali (anche dell’epoca neolitica) del luogo: fiumi, colline, ruscelli, perimetri combinati a recinti, strade, cumuli, argini ecc.

Vari “Templi delle Stelle” sono stati individuati in Britannia in seguito  a quello di Glastonbury... Ma concentriamoci su questo in particolare per seguire con il tema trattato e per rendere il mio schema riflessivo più chiaro.

I segni presenti a Glastonbury non sono tutti fedeli alla rappresentazione classica. Infatti la Bilancia diventa una colomba  - comunque simbolo presente in uno dei vari associati al segno, considerandola con un significato di pace e aereo come il segno stesso - , il Cancro diventa una nave – che si potrebbe interpretare come un’evoluzione del segno, da afflitto a evoluto (per utilizzare i termini dell’astrologia esoterica), da chiuso in sé stesso a poderoso solcatore dei mari -, il Capricorno, il segno più complesso dello zodiaco, diventa un unicorno .
Da notare che in Astrologia Esoterica è presente la stessa trasformazione: una volta che il nativo in Capricorno è vicino alla realizzazione spirituale simbolicamente si trasforma in Unicorno. Sarebbe l’Iniziato trionfante il quale maneggia i poteri del terzo Occhio che si concentrerebbero a spirale nel centro tra le sopracciglia, almeno secondo le parole di Douglas Baker.
Ma, e qui torniamo completamente in tema, è  l’Acquario il segno che mi colpisce più che ogni altro in questo caso... Infatti l’Acquario è formato dalle colline e dai confini naturali dell’Isola di Avalon stessa e questa volta è rappresentato dal segno della Fenice, la “Fenice dell’Acquario”, come la chiamò la Maltwood.
In ciò vedo molte connessioni. La Fenice, che rinasce dalle sue stesse ceneri, è un simbolo potente di Rinnovamento, su tutti i piani. Accostata con l’Acquario trova infatti una simbiosi di significato. E’ ben chiaro infatti come l’Acquario, anche secondo l’Astrologia Esoterica, sia connesso, almeno di questi tempi, con l’arrivo di un nuovo ciclo, di un nuovo paradigma, dunque con un rinnovamento; con l’entrata in scena di nuove energie, di una nuova coscienza, di nuovi Raggi, per dirla in termini ‘teosofici’.  Un’energia di Arte, Bellezza, Creatività, di Ordine Cerimoniale e Rituale rinnovato. L’uomo che versa le Acque della Conoscenza che devono lavare via, poco alla volta almeno, la sporcizia e l’Oblio dovuti alle acque di Lete (veicolate in questo tempo dai Pesci), i cui effetti affossano costantemente l’essere umano impedendogli di progredire.

Tenendo in conto ciò osserviamo come dal becco della Fenice, la cui testa è rappresentata dal Tor, sgorghi la Chalice Well, o Sorgente del Calice, la fonte rossa, di connotazione assai femminile, mentre all’interno della fenice, nell’ala destra, vi è la White Spring, di connotazione maschile. Considerando che la Tradizione Avaloniana è assai legata alla Grande Madre noto come la figura riproponga il concetto della Dea ginandrica. La Dea che racchiude in sé entrambe le polarità vitali, in quanto divinità suprema, ma che si manifesta nell’energia di Vita e Creazione la quale non può che essere chiaramente di origine femminile, la cui energia è rappresentata appunto anche dall’acqua.



Arrivati a questo punto si capisce che «la chiave delle tradizioni di Avalon è contenuta nel paesaggio» (4). Infatti, altro elemento da considerare prima di iniziare a connettere il tutto è che «gli schemi geomantici della topografia circostante» formano una «stella a sette punte generata dal diamante delle quattro colline dall’aspetto particolare e caratteristico, il Tor, il Mump, il castello di Cadbury e Hamdon Hill» (5). «A nessun’altra longitudine» sarebbero presenti elementi geomantici, lunari e solari combinati e intersecati “per creare angoli che formano un eptagramma» (6)!
In ambito matematico, geometrico, spirituale ed esoterico, il 7, spesso utilizzato per rappresentare il mistero dell’eternità, è un numero irrazionale ed unico , “Vergine”.
Sette sono le note musicali, la misura di riferimento settimanale, i colori, il tradizionale numero dei pianeti, il numero della Dea Minerva e gli Elhoim...
«Nella simbologia pitagorica, l’eptade rappresenta la piena natura dell’umanità. In essa il triplice corpo spirituale è in combinazione con il quadruplice corpo materiale» (7).


Detto ciò, cucio ora tra loro gli elementi presentati nell’ottica che mi ha portato a scrivere quanto esposto.

Mi pare curioso dunque come l’Isola di Avalon, con i suoi elementi e messaggi geomantici, spirituali ed esoterici intrecciati tra loro puntino verso una direzione specifica... E’ innegabile che la Britannia sia un grande centro magico di potere... ricordo come mi sentivo tra le rovine dei castelli e in quel verde paesaggio, anni fa.
Però forse c’è un motivo se la testa della “Fenice dell’Acquario”, dal cui becco sgorga la Sorgente del Calice (il Calice trae origine dal Calderone - vedi il Calderone della Rinascita di Dagda), come fosse la promessa di un eterno ritorno, guarda ad ovest verso l’Isola del Destino, l’Isola di Smeraldo, Eriu (nome della Dea), il cui Centro Sacrale di quest’Isola Verde fu Tara, nome connesso alla Dea tibetana Tara Verde, altra connessione con il Sacro Femminino. C’è un motivo se l’Acquario presente nella “piccola Irlanda” guarda verso “la grande Irlanda”, quella vera, se questo microcosmo guarda al suo macrocosmo, trascinandosi dietro una enorme varietà ed ampiezza di elementi spirituali e simbolici e connessioni che giungono a ben altre longitudini del pianeta.

Parlo di luoghi che dispongono della più alta concentrazione di rovine megalitiche più alta del pianeta e del cerchio di pietre più grande.

Parlo infine di tutto ciò confidando in un cambio futuro e nella speranza di aver trovato una piccola verità. La speranza nell’arrivo di un segno di Aria, un segno Celeste, di un’era dunque più sottile, un’era fortunatamente in arrivo, un’era nella quale, si spera, tutto ciò che non conta dovrà essere lasciato per puntare invece alla preparazione del mondo in vista dell’arrivo del "Ponte Arcobaleno"...




“Vi doniamo l’Irlanda, ma poiché le nostre mani l’hanno formata non vogliamo abbandonare completamente il paese. Saremo la bianca foschia che avvolge le montagne; saremo la pace che spira sui laghi; saremo il grido di gioia dei fiumi; saremo la saggezza segreta dei boschi. [...] Molto tempo dopo che i vostri discendenti ci avranno dimenticato, udiranno la nostra musica sulle alture soleggiate e vedranno i nostri grandi cavalli bianchi sollevare le loro teste dai laghi di montagna e scuotere la rugiada notturna dalle loro criniere; alla fine sapranno che tutta la bellezza del mondo ritorna a noi, e che le loro battaglie non
sono che un’eco delle nostre.” Tuatha De Danann
“Gli Irlandesi sollevarono i loro visi […] Videro la luce del sole sull’erba simile a fuoco di smeraldo; videro l’azzurro del cielo e la solenne oscurità degli alberi di pino; udirono l’infinito suono dei rami scossi dal vento e delle acque che scorrono, e dietro ogni cosa echeggiava il sacro riso di Brigit.”  - Le meravigliose leggende celtiche, Ella Young
(1); (2); (3); (4); (5); (6); (7): “Avalon – I Sacri Misteri di Artù e Glastonbury”, di Nicholas R. Mann
 Ho trovato un sostegno anche nel testo "Il Vischio e la Quercia" di Riccardo Taraglio