lunedì 12 settembre 2011

L'Invito

Seduto a gambe incrociate sul margine della costa, alta centinaia di metri, Ferdiad, con i capelli agitati dal soffiare senza sosta del vento sotto un cielo incendiato, lo fissò con i grandi occhi azzurro-verdi in modo così penetrante ed intenso da risultare quasi inquietante... E quand'egli ebbe aperto bocca, il tempo si dilatò:

"Ti invito a lasciarti rapire dal fascino sottile che forse si è insinuato in te... Il fascino proveniente da questa terra che sussurra ancora i nomi delle stirpi incantate che sempre hanno nutrito le leggende ed il mistero che tuttavia pervadono certi luoghi e certe parti di noi, nonostante la vuotezza e la superficialità che attanagliano e che fanno sprecare un sacco di tempo in cose che non hanno alcun senso e che, se veramente stiamo a sentire, non colmano nulla ma danno solo provvisorie sensazioni mondane di sensatezza e importanza, seguite poi da un vuoto che nemmeno si vuole contemplare, cercando invece una nuova distrazione, una nuova allucinazione, ripetendolo, ripetendolo e ripetendolo..."

Non vedeva altro che il colore zaffiro e smeraldo dello sguardo che lo stava stregando, come in una qualche sorta d'Iniziazione... E la luce di quegli occhi iniziò a condurre il suo interiore di fronte ad uno scenario abberrante... Ed egli, forse per visioni, forse per sentire, inorridí nella drammatica presa di coscienza  che conseguì e del paradigma che in qualche modo aveva di fronte a sè: una realtà senza veli, cruda, terribilmente arida, moribonda...
Ma non si puo rendere vera comprensione di ciò che non si vive...
Quindi, dopo un tempo indefinibile, Ferdiad riprese a parlare, comunicando contemporaneamente anche a livelli sottili.
Il suo sguardo si fece più dolce e il colore degli occhi assunse tonalità più brillanti e vivaci, trasmettendo un senso di coraggio e sicurezza.

"Forse una voce dentro di te potrebbe finalmente chiedersi: ma allora è in quel tramonto il senso? O nel gioco contrastato di luci nel temporale e nell'odore della terra bagnata? O nel vento d'autunno sotto fronde cremisi e dorate? O forse nell'incantata immobilità del bosco candido in inverno e nelle dolci, inebrianti distese profumate e multicolori della primavera?
E allora dico: perche' non mettersi dunque a cercare? Il viaggio potrebbe essere più lungo, ricco ed intenso di quanto non si sia pensato in precedenza"

Silenzio.
L'anima persa tra le nubi, l'oceano e le colline verdi.

E vento.
Goccioline di pioggia.
Arcobaleno crepuscolare.
Un sorriso sincero.
Erba frusciante.
Il sussurro di un nome...