giovedì 27 maggio 2010

La moda crudele

In quanto membro L.A.V. diffondo anche argomenti inerenti la tematica animalista, oltre che alla spiritualità e opinioni personali. Utilizzo info che derivano dall'associazione in questione.

Dunque, la moda crudele..
Perché è una moda crudele? Beh, è giusto rendersi conto che per il VERGOGNOSO capriccio di persone che vogliono capi d’abbigliamento con pelo animale, per abbellire le rifiniture di polsi, fare colli, cappucci, accessori, giocattoli fino ad un’intera pelliccia, soffrono ATROCEMENTE milioni di volpi, ermellini, cincillà, castori, procioni, conigli e tanti altri animali (tra cui cani e gatti) che poi, ovviamente, muoiono. Non è terribile? Per molti ancora non lo è, probabilmente perché non conoscono le atrocità che si nascondono dietro la produzione di una pelliccia…

Animali negli allevamenti, entrambi chiusi in gabbie, esposti al freddo e al gelo per far loro infoltire il manto, costretti a vivere con le zampe poggiate su un fondo metallico in rete per facilitare la pulizia degli spazi ma che li ferisce, animali destinati ad essere uccisi all’età di 7/8 mesi con metodi che definire barbari è un eufemismo: iniezioni di stricnina, elettrocuzione anale e vaginale, rottura delle ossa cervicali, asfissia con gas tossici e soffocamento. Per non parlare dei molti altri: volpi, linci, leoni, pantere, zebre, orsi, prelevati in natura (molto probabilmente, con una famiglia, dei cuccioli da sfamare i quali muoiono in seguito, ovviamente, per assenza di cibo o perché uccisi da predatori vari) le cui pelli vengono importate nel nostro paese.

Molti forse non sanno che tra le (purtroppo) tante pelli importate, più volte entrano illegalmente anche quelle di cane e gatto provenienti dalla Cina. E se i metodi di uccisione “ordinari” degli animali “da pelliccia” fa inorridire, i metodi cinesi superano ogni immaginazione. Gli animali vengono uccisi con tremendi colpi inferti sulla testa o sbattuti per terra. Molti vengono scuoiati vivi e per un po’ di tempo rimangono in vita mutilati e TERRIBILMENTE doloranti. Una sofferenza che non ha giustificazioni e una sola motivazione che si chiama “vanità”.

Diventare vegetariani... Perchè?

Come si è capito, utilizzo questo blog anche per trattare tematiche di etica primaria.

Quanto segue è un articolo uscito nella rivista Animalisti Italiani qualche anno fa e da me un po' modificato...

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Molte persone penseranno sicuramente che la carne è necessaria per la sopravvivivenza. Ma…
IL RAPPORTO UOMO AMBIENTE (determinante Vita o Morte per noi e varie specie animali che coinvolgiamo nelle nostre porcate) PER SALVARSI, HA BISOGNO ANCHE DI UNA RIVOLUZIONE VEGETARIANA.

Sembrerebbe assurdo anche quanto appena scritto, ma l’equazione “vegetariani per la salvezza delle specie” e per preservare l'ecosistema degli Animalisti è banale come la scoperta dell’acqua calda pur se di profondo significato e valore scientifico.

Le motivazioni della scelta vegetariana sono principalmente morali, di natura etico-filosofica, igienico-salutista, e ambientalista.
Oggi quest’ultima motivazione sembra essere necessaria per la sopravvivenza della realtà umana e non “solo” per quella di centinaia di milioni di animali considerati solo “cibo” e non esseri viventi e senzienti. I dati parlano chiaramente.

Sulla terra ci sono circa 7 miliardi di persone, ma secondo la FAO solo il 20% può nutrirsi in modo adeguato. Il 26% del Pianeta è “invaso” dagli allevamenti animali che ogni anno producono oltre 1500 miliardi di tonnellate di deiezioni che sono la causa dell’emissione del 33% dei gas serra.

I terreni della foresta amazzonica strappati al loro naturale splendore selvaggio, sono ormai devastati dalla mano dell’uomo che taglia alberi e massacra centinaia di specie animali e vegetali per far diventare quei terreni pascoli per armenti destinati alla produzione di hamburger per paesi già ipercolesterolici, o comunque, campi per produrre foraggi destinati agli allevamenti. L’88% dei terreni disboscati in Amazzonia è riservato al pascolo, così come il 70% in Panama in Costa Rica.

Ciò determina una serie di danni inimmaginabili: il taglio delle foreste distrugge la biodiversità, toglie ossigeno, favorisce i fenomeni di desertificazione, aumenta l’emissione di gas prodotti dagli animali allevati in modo intensivo e ne sacrifica la vita a vantaggio di pochi, con un prezzo pagato invece da molti uomini, animali ne natura tutta.

Le deiezioni totali prodotte dagli allevamenti avicoli ogni anno sono pari a 50 miliardi di tonnellate, 1000 miliardi quelle dei bovini e 550 milioni di tonnellate quelle prodotte dagli altri animali. Gli escrementi prodotti negli USA sono 500 milioni di chili al secondo, per un totale di 1500 miliardi di tonnellate l’anno.

Inoltre gli animali allevati sono sottoposti a massicce dosi di antibiotici: solo in Europa ogni giorno se ne consumano 5000 chili! Occorrono più di 16 foraggi per produrre un chilo di carne e in media, secondo i dati FAO, occorrono da 1000 a 2000 litri d’acqua per produrre un chilo di grano e da 13000 a 15000 litri per ottenere la stessa quantità di carne da bovini alimentati con cereali.

La rivoluzione vegetariana è prioritariamente auspicabile per il diritto alla vita di altri esseri viventi non umani e per il futuro dell'Ambiente. Il nostro futuro. Un futuro che è già dietro l’angolo e che non può essere lasciato al caso. Bisogna abbandonare il consumo di proteine animali a favore di vegetali e frutta anche per una più equa redistribuzione delle ricchezze e degli alimenti.
Oggi, quindi, non è più “solo” l’esigenza del giusto rispetto degli animali e delle motivazioni dietetico-salutiste ad essere la ragione di una scelta vegetariana. Il rispetto per la vita tutta e la possibilità di un mondo più equo passano per una scelta che ormai deve renderci cittadini più consapevoli, capaci di valutare che i nostri comportamenti hanno impatti e ripercussioni globali.


Il futuro del mondo e la sua sopravvivenza sono legati indissolubilmente al rispetto essenziale di tutti gli equilibri naturali fatalmente interconnessi tra loro, iniziando da ciò che mangiamo, a tavola e non.
Quindi decidere di diventare vegetariani, non fa bene solo a noi stessi, ma anche agli animali e a tutti quei popoli che a causa dell’altra parte del mondo che vive nel consumo sfrenato, diventa sempre più povera e affamata.

Se tutte le coltivazioni destinate alla produzione di cereali e foraggi fossero riconvertite per uso umano, la fame nel mondo non esisterebbe perché un ettaro di terra destinato all’allevamento bovino produce solo 66 kg di proteine l’anno, mentre lo stesso spazio destinato alla coltivazione di legumi produrrebbe 1848 kg di proteine per il consumo umano!

Per un mondo più equo, più rispettoso dei diritti di tutti gli esseri viventi e della natura, la scelta vegetariana (e, chi vuole, anche vegana) è l’unica soluzione concreta e reale e rappresenta la vera rivoluzione del terzo millennio che noi auspichiamo.
Molta strada resta ancora da percorrere perché mancano educazione, informazione, consapevolezza e responsabilità.
Molti medici sono ancora scettici se non addirittura chiusi totalmente alla possibilità di considerare la dieta vegetariana un’alimentazione sana e corretta.

Qualcuno ancora, ignorando le motivazioni etiche, igieniche e ambientali che connotano il vegetarismo, ha scritto che si tratta di un grave disturbo dell’alimentazione.

LE SOCIETÀ CONTEMPORANEE IGNORANO LA LEGGE DI CAUSA ED EFFETTO.

Il compito degli Animalisti è e sarà sempre quello di rompere il silenzio, di informare, di svelare le mostruosità e le sofferenze degli allevamenti e di aprire quindi al maggior numero di persone, la prospettiva di un mondo possibile, quello in cui la nostra vita e la nostra sopravvivenza non possano e non debbano rappresentare la morte per milioni di vittime: animali innocenti e diseredati dalla terra, anch’essi considerati solo “bestie da macello”.

La lungimiranza dovrebbe finalmente essere riconosciuta agli Animalisti e, se ciò che oggi viene considerato banalmente un estremismo, se i nostri cartelli, le nostre manifestazioni e le nostre denunce saranno utili al cambiamento che è necessario per il mondo, o almeno contribuiranno a questo, potremmo sentirci davvero parte essenziale di quella battaglia che da anni combattiamo per il diritto alla vita di milioni di esseri viventi umani e non umani innocenti, per la tutela della nostra salute e per la salvaguardia dell'Ecosistema e della Vita.

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Aggiungo che ho modificato alcune affermazioni che dicevano di "salvare la Terra" o che parlavano delle sorti del "Pianeta" per il semplice fatto che pensare di poter uccidere la Terra, la Grande Madre, non lo vedo possibile.

Non siamo in grado di farlo, non abbiamo tale potere.

Si può danneggiare, ferire, stuprare; si possono uccidere i nostri fratelli animali compiendo abominevoli stermini e spingendo intere specie (compresa, ad un certo punto, la nostra) all'estinzione, ma... uccidere il Pianeta... ha! ha! E' una gran presunzione (spesso inconscia)!

Lei si rigenererà e gli umani pagheranno (e sta già iniziando a succedere) care le loro azioni.

Chi semina vento raccoglie tempesta.

Azione - Conseguenza.
Fine

mercoledì 26 maggio 2010

Angeli nudi

Il testo che segue (non scritto da me) vuol scolpire chiaramente nella testa di chi legge la crudeltà abominaevole verso i nostri fratelli Animali.


Un pensiero agghiacciante mi scuote al vederti arrivare,
ho tristezza negli occhi, quella tristezza di chi non ha vissuto.
Come sono lunghe le giornate in questa stretta gabbia,
dove il vento non da scampo, ed il freddo è insopportabile.
Tremante e rassegnato aspetto la sorte. 


Amico mio, tu che mi afferri con presa disumana,
che mi stramazzi a terra senza pietà,
che mi sali a piedi giunti sul mio fragile capo,
incurante delle mie sofferenze, dei miei lamenti,
tu che mi tagli subito le zampe perché non vuoi aspettare,
che mi strappi con inaudita violenza la mia calda pelliccia,
anche se mi vedi che sono ancora in vita
e riesci a sentire l'atroce dolore che ciò mi comporta,
dico a te, dammi almeno il tempo di morire in pace. 


Ora che mia hai spogliato di tutto,
anche della dignità che ogni essere vivente merita,
mi lanci via come immondizia perché non ti servo più. 

Ormai nudo sento freddo, sento tanto freddo,
alzo il capo stanco e sanguinante
per vedere l'ultima volta quanto è bello il mondo.
Un pensiero mi angoscia, forse è colpa mia?
Il cielo si tinge di rosso, è il colore del sangue che mi copre gli occhi,
la paura mi terrorizza, tremo, non posso più sottrarmi.

Mamma, mamma, com'è lunga questa morte,
i pensieri si confondono.
Mamma come mai è tutto buio?
E' la vita che finisce?
Che strana sensazione, non sento più il dolore,
sento solo una gelida atmosfera di morte
che mi trapassa la nuda pelle come lame taglienti.
Mamma perfino i loro occhi non vogliono guardare,
perché sanno che insieme con noi muore anche l'amore.

Non vi disturberò più,
non cercherò più quel piccolo spazio che occupavo,
spero solo che l'amore infinito che ho nell'anima, raggiunga i vostri cuori.
Me ne vado lontano, in solitudine, dove nessuno sa,
con atroce sofferenza che vi lascio un po' di me stesso,
così che quando sarete voi ad avere freddo, possiate riscaldarvi.

Dentro quest'anima che strappi via,
che non ha saputo cosa sia la libertà,
non vi è neanche la ragione per cui muoio.
Vorrei che il sorgere del sole
ci trovasse ancora insieme amico mio,
ma ormai ho capito, ho creduto nella bugia degli uomini.

Dietro di me resta soltanto quella vita
che non mi è stata concessa di vivere e indifferenza.
Spero almeno che la mia nuda immagine,
persa nei vostri increduli occhi, serva a chi verrà dopo di me.
So che non volete vedere, che non volete sentire,
io purtroppo lo devo vivere, e non posso decidere se lo voglio o no.
Il capo gira più volte su se stesso,
fino a lasciarsi andare indietro un'ultima volta,
il tonfo esanime della mia testa rompe il surreale silenzio,
è la vita che non può più proseguire con me,
ma tanto è una vita da dimenticare, più per voi che per me,
e così la mia anima se ne và, verso l'eternità.

Anonimo



Leonardo Da Vinci:

"Verrà un giorno nel quale
gli uomini giudicheranno
dell'uccisione di un animale
nello stesso modo che essi giudicano
oggi quella di un uomo"

RICERCA SULLA VERIDICITà RIGUARDO AL FATTO CHE LE PIRAMIDI FOSSERO TOMBE (tesi alternativa)



La scienza definisce una serie di percorsi specifici da intraprendere  con una sequenza di ipotesi e test (onde trarre le conclusioni), che il vero studio scientifico deve includere. Premesso che, per essere considerato scientifico, esso dovrebbe soddisfare il quadruplice criterio di essere:

1.    testabile;
2.    falsificabile (finché non si può qualificare definitivamente un’ipotesi come teoria scientificamente valida, questa deve essere almeno falsificabile o confutabile);
3.    ripetibile;
4.    sottoposto a revisione finale.

Gli egittologi asseriscono che le piramidi furono costruite come tombe dei faraoni. Questa affermazione è testabile? Si, infatti, molte squadre archeologiche hanno cercato resti umani nelle piramidi, anche se nessuna mummia reale è stata trovata al loro interno. Da un punto di vista severamente scientifico, sembrerebbe ovvio, secondo il criterio scientifico, dover scartare l’ipotesi che le piramidi fossero tombe.

La prova fu ripetuta un centinaio di volte senza che il risultato cambiasse. In nessuna delle piramidi furono trovati resti umani e nemmeno tracce di humus.
Gli archeologi hanno, però, preferito ignorare gli imbarazzanti esiti dei loro test e sostenere di aver localizzato sarcofagi in ogni complesso piramidale.
Inoltre, dichiarando che i sarcofagi erano stati rubati dai tombaroli, presentando un’altra idea non dimostrabile, riuscirono a proteggere efficacemente le loro ipotesi e le loro conclusioni dai requisiti di testabilità scientifica.

Aggiunsero un ulteriore elemento non dimostrabile, ovvero: le urne litiche rettangolari trovate nelle piramidi erano sarcofagi, a complemento della loro tesi originale in cui le piramidi erano tombe. Nondimeno, come si è visto, la loro premessa non era mai stata approvata e, infatti, falsificata…

Esaminiamo altra evidenza probatoria.
Ci sono testimonianze che documentano che alcuni cosiddetti sarcofagi, per i quali è possibile testimoniare che sono stati scoperti intatti, non contenevano i resti del Faraone.
Le cronache dell’VIII sec. riportarono che quando, nel 820 d.C. il califfo di Bagdad Al Mamoun penetrò con i suoi uomini nelle Grande Piramide, e con loro si arrampicò al suo interno fino ad entrare nella camera del re, non trovò nulla nel “sarcofago”, né tesori d’alcun tipo da nessuna parte. La Piramide era vuota.

Il volume esterno del “sarcofago”, un blocco unico scavato dall’interno, è esattamente il doppio di quello interno. Una precisione davvero stupefacente, vista la tecnologia dell’epoca: l’archeologo Flinders Petrie dichiarò che l’unico strumento per ottenere un risultato del genere, sarebbe stata una sega circolare in bronzo tempestata di diamanti, da far ruotare attorno ad un albero di trasmissione mediante lacci. Qualche anno fa, l’ing. Christopher Dunn, esperto tra l’altro della lavorazione del granito, dichiarò più esplicitamente che per realizzarlo fu usato un trapano ultrasonico 500 volte più veloce di quelli moderni, e scoprì che la tecnica ultrasonica era riscontrabile anche in altri particolari presenti nell’area di Giza, come negli stipiti del Tempio a Valle nei pressi della Sfinge, dove sono evidenti le trapanazioni tubolari con una speciale tecnica “a smeriglio”.

Vorrei aggiungere un’osservazione superflua, ma importante per capire fino a che punto può spingersi l’oscurantismo degli egittologi: chiunque sa che per conservare a lungo del materiale deperibile, bisogna impedire gli effetti degradanti dell’acqua e dell’aria. La mummificazione praticata dagli antichi Egizi dimostra che questo concetto era conosciuto, poiché era alla base di tutta l’operazione; tuttavia, nella camera concepita per la tumulazione della mummia, sarebbero stati architettati due cunicoli rituali i quali, conducendo l’aria all’interno, avrebbero di fatto reso inutile tutto il lavoro degli imbalsamatori.
Un altro caso più recente riguarda la Piramide di Sekhemkhet, successiva a quella più famosa “a gradoni” di Djoser/Zoser, nella necropoli di Saqqara. Non fu mai ultimata e fu intenzionalmente ricoperta di sabbia. Le mura perimetrali che circondavano il cortile della piramide, andarono completamente distrutte, e oggi è possibile intuire come doveva essere stata tutta la struttura, solo dalle ricostruzioni mappali disegnate dagli archeologi che l’hanno potuta studiare. Fu individuata casualmente nel 1952 dall’archeologo che all’epoca dirigeva i lavori nella necropoli di Saqqara: il dott. Muhammad Zakaria Goneim, che cominciò a riportarla alla luce e la chiamò Piramide Sepolta.

Stranamente, al contrario della piramide, la struttura sotterranea era invece uno stadio di lavori avanzatissimo e la camera principale conteneva un’arca rettangolare scavata da un unico blocco d’alabastro. L’archeologo aveva anche trovato una stanza piena d’oggetti d’oro, elemento di prova che nessuno era mai entrato prima. Questa sua scoperta lo convinse che nessuno avesse preceduto la sua investigazione.
Sicuro che nel sarcofago ci fosse una mummia, e di conseguenza poter provare la teoria della tomba, organizzò un grande evento mediatico per momento dell’apertura. I fotografi erano pronti a scattare, mentre il sarcofago si apriva di fronte ad un pubblico ammutolito. Ma quando finalmente fu aperto, dentro non c’era nulla. Non c’era la mummia e nemmeno una traccia che fosse mai stato seppellito qualcuno. Era semplicemente vuoto. I suoi “colleghi” non trovarono altro di meglio che accusarlo del furto di molti preziosi reperti d’oro da un negozio, polverizzando così la prova che la tomba fosse inviolata.
Fu umiliato pubblicamente, arrestato e incriminato. Alla fine, non potendo più sopportare le ingiuste accuse, si gettò nel Nilo.

Per quanto riguarda il “sarcofago”, l’assoluta perfezione del taglio sembra ottenuta più con strumenti laser che con presunti arnesi di rame; il tipo di chiusura a scorrimento laterale a una delle due estremità è anomalo; benché fosse sigillata, l’arca era completamente vuota.

Non si parla mai della presenza degli altri 132 vani rettangolari, pressoché uguali, sistemati a pettine e a distanza regolare, lungo un perimetro a forma di U, in posizione più esterna rispetto all’area ricoperta dalla Piramide sovrastante.
Sotto il complesso funerario di Djoser/Zoser ne sono stati scoperti ben 400 di vani, ma nemmeno di questi si parla mai.




Tratto dal libro “Anima Cosmica” di Daniela Bortoluzzi

lunedì 24 maggio 2010

L'uomo verde e l'uomo sbiadito

Metto qui ora un breve racconto che ho trovato nel sito "L'isola incantata delle figlie della luna".


"L'uomo verde un giorno disse all'uomo sbiadito, ti vedo giorno dopo giorno inesorabilmente sbiadire, non fai più quello che ti piaceva fare, non vai più a pescare, non cucini più sul fuoco, non pratichi più nessuna arte antica, nemmeno quella della spada, stai perdendo tutte le tue più sincere amicizie, quelle più fedeli, quelle più semplici.

Il tuo rapporto con la donna è diventato ipocrisia e possessione, tu fai ciò che dice lei, ti muovi quando lo dice lei, agisci in funzione di lei, semplicemente perchè così senti di poterla controllare. La verità è che in realtà non la controllerai mai.

Stai diventando debole e insicuro, perdendo la tua identità, stai diventando amico dell'uomo grigio, e non c'è amicizia peggiore, ti assorda con le sue inutilità, ti distrae da quelle che invece per te sarebbero le cose più importanti, lui divora il tuo tempo, e tu ti fai divorare da lui, ti acceca con lo scintillio dell'oro e del denaro, ti incita al potere, e al più squallido divertimento, ti sussurra all'orecchio finti segreti, a cui credi ingenuamente.

Tu forse non lo immagini, ma egli ferocemente ti invidia, lui cerca di confonderti brandendo davanti a te, soldi, potere, successo, come se fossero le cose più preziose al mondo, ma egli sa che tutto ciò è nulla, ed è ben misera cosa in confronto a tutto quello che potresti avere tu.

Che è una ricchezza vera, imperitura, e molto superiore a quelle false e transitorie, a cui vorrebbe farti credere lui.

Lui vuole quello che hai tu, ma sa che non lo potrà mai avere, e siccome non potrà mai avere quello che potresti avere tu, non gli resta che togliertelo. Rendendoti così simile a lui, un altrettanto grigio triste, uomo solo. Ecco il suo obbiettivo, il suo scopo, nessun altro.

Non importa se avete lo stesso sangue, se egli è tuo fratello, se è il tuo migliore amico, se la terra vi accomuna, non farti incantare, in realtà sarà colui che ti recherà il danno peggiore, quello irreparabile.


Tutto ciò è inammissibile, fin che sei in tempo ferma questo scempio ! Smettila di farti crogiolare, nel lusso, nelle cose inutili, non c'è alcuna gloria in esse, non c'è niente di niente, solo miseria, vuotezza, e avidità, c'è grigiore, e noia, e una fame che ti divorerà dall'interno.

Poiché affamerai te stesso, inseguendo la vacuità delle cose, perdendo invece ciò che il tuo (ben) essere abbisogna, e sarà una fame atroce, una voragine bruciante e insaziabile senza fine, i soldi non basteranno mai, il lusso non sarà mai sufficiente, la pancia non sarà mai piena, il divertimento mai abbastanza divertente, dimenticherai cosa vuol dire essere contento, assaporerai invece ogni giorno il gusto amaro e silenzioso dell'infelicità , a cui farai ben presto l'abitudine non sentendone più il fetido sapore.
.
Non avrai più un colore, non più un identità, non più una forza, sarai un altro uomo grigio in mezzo a tanti altri uomini grigi, avvolti da un tetro grigiore, e sul tuo petto , di modo tale che altri uomini ,ancora colorati, vedano cosa eri e cosa sei diventato, una targa che dirà “ quest'uomo è un miserabile “. "


Immagine tratta dal sito www.fulviomartini.it


sabato 22 maggio 2010

Ebrezza ed Incanto



Ebbrezza ed Incanto erano le leggi di Bosco Etereo, nella Terra dei Sempre Giovani…

Nebbioline striscianti, cristalli di rugiada, profumato muschio adagiato su alcuni alberi e parte del suolo, fiori dagli ammalianti colori e dalle inebrianti fragranze.

Qua e là luminosi globi erranti tra la flora.
Una soffusa luce di mutevoli colori e sfumature tutto pervadeva.
Una luce quasi palpabile…

Soavi note scivolavano dolci nell’aria. Frammenti d’arpa e di flauto.

Respiri eccitati ma cauti, forzati ad esser più silenziosi possibile.
Il giovane umano rimembrava confusamente il suo arrivo in quel luogo.
Camminava…
Attirato e provocato dalla melodia che risuonava in quel luogo, procedeva lungo un percorso dettato dal suo alterato essere.
Non doveva sforzarsi di pensare sul dove andare, no. Le sue gambe avevano un loro istinto in quel momento, permettendogli così di contemplare indisturbato le meraviglie nelle quali s’imbatteva.

Ed egli ammirava, quasi smarrito nella sublime, incantevole bellezza circostante, laghetti, pozzi e ruscelli dall’acqua cristallina dai fondali ricoperti di luminosi cristalli, alcuni dei quali pulsanti di luce propria.
Alberi nodosi borbottavano tra loro e indistinti sussurri e improvvise risate argentine echeggiavano tutt’intorno.

Occhi animali e d’altro tipo fissavano curiosi il fanciullo.
Non era certo cosa consueta che un umano, visto il degrado raggiunto da tale razza, capitasse in quei luoghi.
Tuttavia, il ragazzo certamente non era un umano qualunque per aver potuto accedere a quel luogo permeato d’incanto con il permesso di qualche misterioso guardiano della soglia.

Nel seguito del suo cammino, altre bizzarre ed incantevoli particolarità vide il ragazzo, tra le quali: singolari funghi ondeggiare insieme secondo un certo ritmo o spostarsi nel terreno, turbini di foglie argentate che lo investirono, portandogli un’euforica voglia di ridere…

Nel momento in cui i turbini sparirono il fanciullo si ritrovò davanti ad una collinetta, ai piedi della quale vi era un accesso confuso tra l’edera.
Vi entrò.

Camminò per breve all’interno del cunicolo illuminato da una fioca luce verde-acqua che irradiava dalle pareti stesse del passaggio.

Poi... bianca luce.
Era giunto all’esterno, in un paesaggio ricoperto di neve.

La caduta di ogni singolo fiocco creava un tenue, leggerissimo suono, simile a quello di un campanellino, che variava in base alla dimensione del candido batuffolo.

L’insieme di quelle sonorità induceva un piacevole rilassamento ed invitava a rimanere…

Non faceva freddo, la temperatura era quella d’inizio autunno.
In cerchio intorno a lui vi era la foresta sempreverde e, aguzzando la vista, si potevano scorgere candide creature sfrecciare tra le fronde imbiancate, smuovendone la neve e lasciandola volteggiante nell’aria brillando di luce propria in una miriade di colori cangianti.

Il cielo nuvoloso era blu cobalto e indaco brillante, screziato di un violetto particolarmente intenso e luminoso.

Di fronte a lui vi era un’altra collinetta con un accesso chiuso da una porta di quercia stagionata…
Il fanciullo era consapevole di dover continuare, poiché quei frammenti di fatate melodie continuavano a richiamarlo.


Fine prima parte... 


Dipinto di Brian Froud

venerdì 21 maggio 2010

Nel Giardino della Dea

Non conosco l'Autore di questa storia molto gradevole, comunque i miei complimenti.
 


 Nel Giardino della Dea
Un sacerdote e una sacerdotessa furono chiamati al tempio della Dea. In un
grande cerchio nel mezzo della foresta fitta di alberi essi innalzarono i
loro pensieri al Cielo e richiamarono i sacri nomi, implorando udienza
nientemeno che con la Signora in persona.

La Dea apparì dinanzi a loro, scegliendo la forma delicata di una donna
nuda, formosa, con capelli disordinati aggrovigliati con rovi e spine, fiori
intrecciati attorno alle sue caviglie e polsi, una luna crescente tatuata
sulla fronte.

Luccicante e splendida da ammirare, la Dea si avvicinò al sacerdote e alla
sacerdotessa, sorridendo a loro con un'espressione luminosa come i raggi del
Sole, delicata come la soffice luce della Luna. Davanti a loro la Dea era,
alta e imponente, eppure così dolce e amichevole.

"Chi ha bisogno di me?"

Il sacerdote e la sacerdotessa schermarono i propri occhi dallo splendore.
"Ti abbiamo chiamata, Grande Madre, dalle profondità del cielo, perché
abbiamo bisogno di conoscere il nostro scopo nella vita. Dicci, Grande
Madre, in cosa possiamo servirti?"

La figura della Dea acquistò in magnificenza e sembrò che la sua luminosità
crescesse all'infinito. Ella allargò le braccia, come per abbracciare, e si
indirizzò ai sui figli con voce amorosa e compassionevole. "Voi mi avete
chiamato nelle lingue sacre dei vostri antenati. Voi vi siete avvicinati a
me nel cerchio sacro immerso così profondamente nel mondo naturale per
vedere il mio volto. Voi mi avete amato in modo così puro dalla più remota
profondità del vostro cuore. Così io sono venuta davanti a voi ad illuminare
le vostre menti e farvi sapere che la vostra vita non è stata invano".

"Tutto il mondo è il mio corpo, e tutto il mio corpo è un tempio, risuonante
di milioni di voci, ognuna delle quali è la mia voce, e milioni di sentieri,
ognuno dei quali conduce a me. Ognuno di voi sarà una luce nel mio tempio,
nessuna più luminosa di nessun'altra; ognuno la sua propria luca, ognuno la
sua propria fiamma. E tutti assieme illuminerete tutto il mondo, e
penetrerete con la luce anche nei luoghi più oscuri, in modo tale che anche
le ombre riluceranno della mia gloria. Perché io sono la Grande Dea, la
Custode del Cielo e della Terra, colei nota con diecimila nomi".



Il sacerdote coprì la sua faccia e cadde sulle ginocchia davanti alla gloria
della Dea, ma la Dea rise e gli ordinò di alzarsi. "Perché ti inginocchi a
me, figlio mio?".

Il sacerdote, umile di fronte alla presenza divina, abbassò la sua testa con
reverenza. "Grande Madre, io sono umile di fronte a te perché tue sono la
forza e la gloria e io sono solo un tuo servo".

Ma la Dea rise divertita e carezzò sulla guancia il suo servo. "Io sono la
stessa Dea che hai conosciuto nelle querce che perdono le loro foglie nella
durezza invernale. Io sono la stessa Dea i cui occhi vedi rispondere al tuo
sguardo quando lo incroci con quello della tua amante. Io sono la stessa Dea
che ti bisbiglia nell'orecchio con voce portata dal vento. E dimmi, mio
sacerdote, ti inginocchi forse dinanzi a queste cose, o le fronteggi con
orgoglio, accettandole con gioia nel tuo cuore?".

Il sacerdote fu toccato da questa rivelazione, ma la confusione ancora era
in lui. "Ma Signora, queste cose che hai menzionato - la quercia che muore,
l'amante che può smarrirsi e il vento che strazia il mare, divorando le navi
che solcano le acque - queste cose sono volubili e momentanee. Come puoi
dirmi che tu, infinita ed eterna, puoi essere rappresentata da queste
cose?".

La Dea sorrise al suo sacerdote e gli indicò il Sole. "Il Sole dà la luce al
tuo mondo, il calore che gli occorre per portare la vita in tutti quelli che
abitano sulla sua superficie. Eppure, anche il Sole un giorno si dissolverà,
e il tuo mondo con esso. Ma ora, in questo momento, il Sole è il mio
ambasciatore. È un ambasciatore meno importante semplicemente perché un
giorno svanirà? Pensa alla mia gloria in questo modo - semplicemente come la
fine di un momento del tuo piacere. Se io mi rivelassi a te come sono, tu
non comprenderesti, e il mio splendore e la mia gloria, che io condivido con
tutti i miei figli, sarebbero perduti".

La sacerdotessa alzò le sue mani, il suo sguardo rivolto verso la Dea,
compiacendosi della luce e dello splendore della sua presenza. "Grande
Madre", sussurò, "Cosa dovremo dire a chi ci chiederà chi ci manda?".

La Dea ci pensò su un attimo, poi rispose solennemente, "Dite loro che siete
stati mandati dalle profondità della Terra e dalle altitudini del Cielo.
Dite loro che la vostra Dea è l'amore e la luce della vita. E dite loro che
io sono dinanzi a voi con innumerevoli apparenze".

La sacerdotessa tremò pensando a ciò che sarebbe stato. "Ma cosa risponderò
a chi dirà che il tuo è un sentiero di oscurità?".

A questo la Dea alzò la testa e si fece una grassa risata. "Dite loro che la
mia mano destra è la luce e che la mia mano sinistra l'oscurità, e che io
non taglierei mai la mia mano sinistra come non taglierei mai la destra.
Dite loro che entrambe le mani sono necessarie per sostenere il mondo e che
la mia mano sinistra scherma il mondo dall'accecante splendore della
destra".

Tempi che furono

Tempi Luminosi,
di fraterna lealtà, di aureo sogno, di sincera gentilezza, di commovente dolcezza, di ammirevole coraggio e splendente gloria.

Tempi di intima Amicizia e puro, travolgente Amore.

Tempi d’Incanto e Meraviglia , nei quali la Magia era ancora presente, viva e vissuta.

Tempi nei quali un umano vagabondo e sofferente poteva trovare asilo tra gli Elfi e, nelle loro misteriose dimore scintillanti, godere di calore, conforto e del loro consiglio, tornando limpido e raggiante.

Tempi nei quali Luce e Ombra erano chiaramente distinti e distinguibili, e la prima, alla fine, trionfava sulla seconda come nelle vicende degli Eroi del mito.

Tempi Luminosi,
di solida lealtà, di incantevole sogno, di calda gentilezza, di pura dolcezza, di lodevole coraggio e scintillante gloria.
Tempi che furono…
                                       ma che nuovamente saranno.

Letterina pubblica


Presento qui un testo che volevo pubblicare in un altro contesto alla fine di febbraio.

"Un iceberg grande quanto il Lussemburgo fluttua da un mese al largo dell'Antartide. Una massa che contiene circa un quinto dell'acqua consumata in un anno in tutto il mondo.

Secondo gli esperti lo spostamento di questi enormi blocchi di ghiaccio potrebbe impattare sulle correnti oceaniche alterando l'equilibrio dell'acqua e la circolazione dell'ossigeno, fondamentale per qualsiasi forma di vita visibile e invisibile.

Da un articolo della Stampa: "Secondo il glaciologo Neal Young, l’iceberg potrebbe bloccare un’area che «produce» un quarto delle acque più dense e fredde del pianeta, alterando le correnti e generando una serie di inverni particolarmente freddi in tutta l’area dell’Atlantico del Nord."

Mi rivolgo ora agli scettici, ai giovani superficiali, a coloro che non vogliono vedere e ai negazionisti sulla precaria situazione ambientale mondiale.
Secondo alcuni sceMziati la cosa non avrebbe a che fare con il riscaldamento globale.
Perfetto.
Allora perché continuano a staccarsi gli iceberg antartici alle porte dell'autunno australe?

I problemi comunque sono di vari tipi. Parliamo ad esempio di alimentazione.
Il bambino obeso americano e quello scheletrico africano sono il risultato dell'errata spartizione dei beni alimentari.

Nei paesi cosiddetti sviluppati si mangia TROPPO e si spreca TROPPO. Non vi è il senso della misura e del riciclo, del riutilizzo.
Non vi è sensibilità.
“Consumare”, questa è la regola base.
Consumare sempre di più! Sempre più veloci! Sempre più cellule tumorali brulicanti impazzite con un tragico traguardo: l’autodistruzione.

Un numero insufficiente di persone mangia biologico e un numero di gran lunga minore vive in armonia con la Terra Madre.
Il cibo detto "normale" (chimicamente trattato, nella maggior parte delle tavole pubbliche e private) ha una serie di effetti negativi come quello di favorire i tumori, ma questo non viene detto.

L'agricoltura "normale" con l'uso di additivi chimici provoca:

- squilibrio della composizione chimica del terreno, costringendo dopo un certo periodo a cambiare    campo
- inquinamento delle falde acquifere
- rischio di tumori per chi ci lavora in mezzo


Altra nota importante riguardo a questo male considerato bene è questo: arare e ri-arare il terreno con i consueti mezzi meccanici danneggia la terra rendendola dura e compatta, favorendo lo scorrimento in superficie delle acque durante fenomeni come alluvioni e quindi accentuandone i danni.

Altro grave danno: la scomparsa delle api.
Venne affrontato già da Einstein, ovvero: "Se l'ape scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita".

SENZ’API: NO PIANTE, NO ANIMALI, NO UOMO.

In Grecia sono scomparse 50 miliardi di api, almeno 55 in Italia e centinaia di miliardi solo negli Stati Uniti.
“I messaggeri degli Dèi” stanno scomparendo dal mondo.

Causa di ciò sono gli OGM, le coltivazioni transgeniche, i pesticidi/insetticidi/diserbanti e veleni vari.


Il sistema odierno è INSOSTENIBILE sotto moltissimi punti di vista, oltre che quello economico. Viviamo nella corruzione, nella decadenza e nello scempio dei Valori Autentici della Vita e dell’Armonia nella nostra comune Madre Terra.
Siamo tutti figli di un’unica Grande Madre e la ringraziamo violentandola…
Che schifo…


I cambiamenti climatici/ambientali sono innegabili, siamo sull'orlo del baratro MA SI CONTINUA A DARE PIU' AL GRANDE FRATELLO, IL GRUPPO MUSICALE, LA MODA, LA PLAYSTATION, LA BORSA E TUTTA LA MAREA DI VUOTE IDIOZIE CHE CI CIRCONDANO E ALIMENTANO UNA NON-VITA.

Quindi in conclusione, semplicemente e con il cuore tra le mani, dico solo questo: avvenga ciò che deve avvenire, ciò che la maggioranza merita e che ha provocato.
Hanno vissuto come volevano, "democraticamente" con la loro marcia e tarata opinione, e raccoglieranno i frutti (o i flutti?) della loro miserabile ignoranza.



Saranno gli eventi a costringere l’essere umano decadente a cambiare e non lui a modificarsi di sua spontanea volontà.


Non ho fiducia negli esseri umani, ho fiducia nel futuro.



Saluti."

Diciamo pure che mentre scrivevo ero chiaramente seccato.
Ora si aggiunge anche la marea nera nell'atlantico. 
Non ho parole, veramente.