SU DI UNA COLLINA
Una cara montagna, conosco;
quando mi stendo sul suo verde prato
il mio cuore s'infiamma
e la porta chiude con premura.
Cerco d'incorniciare un pensiero -
ero con te molto tempo fa;
la mia anima è sgorgata dal tuo cuore;
non è così, montagna?
Prendetemi ancora care colline,
aprite a me la porta
dove il magico mormorio trepida
gli atrii non vedo,
gli atrii e le profonde caverne;
anche se talvolta potrei osare
giù per le crepuscolari scale del sonno
per incontrare il reale là.
Su fiammanti ali a volte
siedo come su di un trono
e osservo la grande stella oscillare
lungo la striscia di zaffiro.
Ha ali proprie per volare,
forti come diamante le sue punte,
glorie di bianco e opale,
l'intesa notte sto a guardare.
Fino a quando devo posare
le mie regali vesti
e soffocare in un mondo di grigiore
grigie ombre al mio fianco.
E quando ci rifletto
solo grigi ricordi dimorano,
ma le loro sbiadite labbra raccontano più
di tutto il mondo accanto.
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UN RITORNO
Tornammo impazziti dalla mistica montagna
tutta spumeggiante di rosso e d'oro elfico:
dal cuore delle fontane del crepuscolo
fuochi incantati oscillavano verso le stelle.
Tornammo impazziti: pensammo al domani,
il tintinnìo del ferro dalla città lontana:
non riuscimmo a piangere nel nostro aspro dolore,
ma gioire sotto il calare del sole artico.
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