Seduto a gambe incrociate sul margine della costa, alta centinaia di metri, Ferdiad, con i capelli agitati dal soffiare senza sosta del vento sotto un cielo incendiato, lo fissò con i grandi occhi azzurro-verdi in modo così penetrante ed intenso da risultare quasi inquietante... E quand'egli ebbe aperto bocca, il tempo si dilatò:
"Ti invito a lasciarti rapire dal fascino sottile che forse si è insinuato in te... Il fascino proveniente da questa terra che sussurra ancora i nomi delle stirpi incantate che sempre hanno nutrito le leggende ed il mistero che tuttavia pervadono certi luoghi e certe parti di noi, nonostante la vuotezza e la superficialità che attanagliano e che fanno sprecare un sacco di tempo in cose che non hanno alcun senso e che, se veramente stiamo a sentire, non colmano nulla ma danno solo provvisorie sensazioni mondane di sensatezza e importanza, seguite poi da un vuoto che nemmeno si vuole contemplare, cercando invece una nuova distrazione, una nuova allucinazione, ripetendolo, ripetendolo e ripetendolo..."
Non vedeva altro che il colore zaffiro e smeraldo dello sguardo che lo stava stregando, come in una qualche sorta d'Iniziazione... E la luce di quegli occhi iniziò a condurre il suo interiore di fronte ad uno scenario abberrante... Ed egli, forse per visioni, forse per sentire, inorridí nella drammatica presa di coscienza che conseguì e del paradigma che in qualche modo aveva di fronte a sè: una realtà senza veli, cruda, terribilmente arida, moribonda...
Ma non si puo rendere vera comprensione di ciò che non si vive...
Quindi, dopo un tempo indefinibile, Ferdiad riprese a parlare, comunicando contemporaneamente anche a livelli sottili.
Il suo sguardo si fece più dolce e il colore degli occhi assunse tonalità più brillanti e vivaci, trasmettendo un senso di coraggio e sicurezza.
Ma non si puo rendere vera comprensione di ciò che non si vive...
Quindi, dopo un tempo indefinibile, Ferdiad riprese a parlare, comunicando contemporaneamente anche a livelli sottili.
Il suo sguardo si fece più dolce e il colore degli occhi assunse tonalità più brillanti e vivaci, trasmettendo un senso di coraggio e sicurezza.
"Forse una voce dentro di te potrebbe finalmente chiedersi: ma allora è in quel tramonto il senso? O nel gioco contrastato di luci nel temporale e nell'odore della terra bagnata? O nel vento d'autunno sotto fronde cremisi e dorate? O forse nell'incantata immobilità del bosco candido in inverno e nelle dolci, inebrianti distese profumate e multicolori della primavera?
E allora dico: perche' non mettersi dunque a cercare? Il viaggio potrebbe essere più lungo, ricco ed intenso di quanto non si sia pensato in precedenza"
Silenzio.
L'anima persa tra le nubi, l'oceano e le colline verdi.
E vento.
Goccioline di pioggia.
Arcobaleno crepuscolare.
Un sorriso sincero.
Erba frusciante.
Il sussurro di un nome...
Veramente incantevole... C'è una via d'uscita per potersi ancora salvare...
RispondiEliminaSi che c'è, basta non lasciarsi abbattere e mettersi d'impegno...
EliminaIl Nulla è come una grande piovra con tentacoli ovunque... bisogna essere molto scaltri...
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