mercoledì 16 novembre 2011

La Fenice dell'Acquario e l'Isola del Destino



In quest'epoca di cambiamento e tumulti varie persone e correnti di pensiero discorrono sull'approssimarsi dell'Età dell'Acquario, che dovrebbe comportare forte cambiamento nel piano sottile, il quale si ripercuoterebbe anche nella qualità dell'esistenza terrestre, migliorandola e permettendo di creare nel pianeta un'esistenza via via più armonica.

Nel nostro pianeta i luoghi più “tranquilli” e magici, carichi di energie naturali, ospitano delle energie che molto probabilmente li renderanno degli “eletti”, nel ruolo di veri e propri centri spirituali che avranno il compito di irradiare nei luoghi attorno a loro la luce del Nuovo Paradigma.

Nel caso dell'Europa la terra che svolgerà tale funzione potrebbe essere l'Isola del Destino: l'Irlanda.

Questa terra, i cui antichi nomi gaelici sono Ériu, Bamba e Fotla (corrispondenti a tre regine, o emanazioni di Dana, Dea Madre) è sempre stata considerata un luogo intriso di magia e spiritualità. La sue tradizioni sono ricche di mitologia e leggende piene di divinità, spiriti ed esseri fatati che il Cristianesimo non è riuscito ad estirpare ma solo, in certi casi, ad “assorbere” e reinterpretare.

Nonostante i tumulti umani (politici e religiosi) che ha l’Isola ha vissuto in particolare dopo la conversione al Cristianesimo attuata da San Patrizio - compreso il disboscamento (era chiamata anche “Isola dei Boschi” per esser stata una grande foresta tre volte nella storia conosciuta) - non ha mai cessato di essere un luogo enormemente affascinante che ha sempre prodotto leggende ed ispirato poeti, mistici, sensitivi, esoterici e cantori.
Nondimeno le testimonianze, anche recenti, sull'esistenza del “Piccolo Popolo” e sull'“Aristocrazia” elfica, accostate con la ancora continuata prassi di offrire un piattino di latte alla “Buona Gente”, continuano a rendere il luogo meravigliosamente misterioso e bizzarro.

Bisogna però precisare che tali cose accadono nei luoghi più naturali, sperduti e tranquilli dell'Isola, ed ovviamente ad un certo tipo di persone, con una certa sensibilità, le quali, per continuare ad esistere anche in futuro, dovranno essere aiutate dall'avvento di una Nuova Era che le preservi e le favorisca.
In caso contrario il genere umano potrebbe forse decadere tanto da arrivare persino a non sospettare più nemmeno l'esistenza di certe realtà, fagocitato dal Nulla imperante come già a moltissimi è accaduto e continua ad accadere.
Ma potrebbe invece essere che proprio nei prossimi tempi le cose che sono ora verranno scosse sempre più a fondo e trasformate secondo un nuovo schema. E ciò è oggetto di questo scritto legato all'arrivo della Nuova Era nel contesto europeo.

***

Nel periodo del “Rinascimento Gaelico”, avvenuto nel XIX°, XX° secolo, Annie Besant, presidentessa della Società Teosofica di Adyar, in India, profetizzò che l'Irlanda tornerà ad essere l'“Isola dei Santi”, ovvero un potente centro spirituale, perché «ciò che l'India è per l'Asia, l'Irlanda è per l'Europa» (curiosamente le due bandiere hanno gli stessi, identici tre colori...).

In connessione a quanto detto, ci spostiamo ora in Britannia, e più precisamente nel luogo che è (o che fu) sede terrena della magica e leggendaria Isola di Avalon: Glastonbury.

In tale luogo, già accennato in scritti precedenti, particolare rilevanza ha il Tor, il monticello sacro che in epoche andate fu frequentato come un grande tempio naturale, luogo di iniziazione e portale d'accesso ad altre realtà.



Nel Tor si erge l'ultimo resto di un vecchissima costruzione cristiana: la torre di san Michele, nella quale c'è una raffigurazione in cui si vede un angelo che pesa un'anima sulla bilancia del giudizio. Ma in corrispondenza della bilancia, dall'altro lato, c'è una raffigurazione di Santa Brigida che munge la sua mucca, simbolo assai materno. Infatti Brigida non è altro che un ennesimo tentativo Cristiano di sovrapposizione, in quanto Brigit è in realtà un'antica Dea celtica irlandese, emanazione della Grande Dea.
Ciò, dunque, suggerisce il legame di Glastonbury, Avalon, con l'Irlanda...
Infatti, Glastonbury viene chiamata anche “piccola Irlanda” per via della particolare affluenza di irlandesi sul luogo, dovuta appunto alla presenza di Brigida/Brigit.

Ma perché stiamo parlando di Glastonbury?
Perché tale luogo potrebbe racchiudere una profezia geomantica.
Bene, continuiamo dunque procedendo con calma.

Riguardo ad una fonte relativamente recente, riporto una citazione dal libro “Avalon – I Sacri Misteri di Artù e Glastonbury”, di Nicholas R. Mann: «Negli anni '30, una nota psicometrista, Olive Pixley, e lo scrittore John Foster Forbes visitarono il Tor. La signora Pixley descrisse un rituale di un passato remoto in cui vedeva una schiera di persone che si raccoglievano prima dell'alba per salire sul Tor. Era una celebrazione: si udivano tamburi, canti e nenie mescolati ai pianti dei bambini e ai latrati dei cani. Sulla cresta del Tor si trovava un cerchio di pietra. Mentre la gente saliva sulle terrazze, i loro suoni e movimenti creavano una traccia di “energia eterica” a forma di serpente, che andava illuminandosi man mano si avvicinava alla cima. Al levarsi del sole, la spirale-serpente di energia si fuse con la luce del sole grazie alla catalizzazione del cerchio di pietra. L'energia risultante si incanalò in un raggio diretto all'esterno, che attraversò gli “allineamenti” presenti nel territorio, a beneficio dei regni delle piante e delle farfalle. La chiave del rituale, pensò la signora Pixley, era la vibrazione di suono e luce. Gli antichi, usando tradizioni risalenti ad Atlantide, convogliavano questa energia in luoghi adatti, come il Tor, per rafforzare la vita.
      Nel 1945 John Foster Forbes visitò nuovamente il Tor in compagnia di un'altra psicometrista, Iris Campbell, la quale ebbe la visione di una danza rituale che si muoveva “come il sole” su e giù dal “sentiero a spirale” del Tor. Il vortice di energia così prodotto creava una volta eterica di una “sostanza vitrea”, attraverso la quale le forze rigenerative potevano essere inviate, in questo caso, a tutti i fiori e gli uccelli viventi.
[…] Si dice che lassù i monaci tibetani levitino e i sensitivi sono all'opera per scoprire le chiavi tonali che entrano in risonanza con il Tor e consentono di accedere alle città cristalline sottostanti!»

Sul luogo son state fatte varie affermazioni, come il fatto che sia una collina fatata; un luogo di guarigione, «un luogo dove compiere i riti del trapasso, un centro di potere globale, il centro di una linea di forza, un portale galattico, il chakra centrale del pianeta...»; «Lo stesso paesaggio aiutava a foggiare la natura della conoscenza» (1).
Vorrei infatti precisare che secondo i Celti spiritualità e paesaggio erano una cosa sola, non si potevano separare: il paesaggio, con la sua conformazione e le sue caratteristiche è la manifestazione della spiritualità e delle energie del luogo.
Possiamo dunque utilizzare quanto appena detto come premessa e chiave per trattare quanto segue.

Nel sedicesimo secolo John Dee, astrologo e matematico a servizio di Elisabetta I, oltre all'aver affermato di aver trovato le “polveri alchemiche” rosse e bianche (colori eternamente presenti nella Tradizione Avaloniana) di San Dustan, il quale scrisse un trattato alchemico intitolato The Philosopher's Stone, si espresse anche con frasi che furono sempre difficili da comprendere, o da riscontrare, fino alla scoperta dello zodiaco di Glastonbury.



Si tratta di una scoperta che conferma ciò di cui parlava Dee nei suoi appunti, ovvero del “segreto di Merlino”. Una parte dello scritto dice: «Le stelle che coincidono con i loro riflessi sulla terra galleggiano nel medesimo sentiero celeste del sole, della luna e dei pianeti [...]» (2), parole che per secoli rimasero enigmatiche.
Nel 1929 Kathryn Maltwood, un’artista, pubblicò la sua opera  A Guide to Glastonbury ‘s Temple of Stars.
Ella studiava le leggende arturiane e un giorno fu colta da un’improvvisa ispirazione: perché non interpretare letteralmente i viaggi dei cavalieri?
Supponendo che davvero Cadbury si trattasse della leggendaria Camelot, la donna ripercorse alla lettera i percorsi narrati nelle leggende. Sempre dal libro di R. Mann: «Se una leggenda descriveva un viaggio di un giorno a cavallo verso Ovest, quello sarebbe stato il suo viaggio» (3).

Così facendo, assieme a ottime cartine dell’Ordnance Survey e all’aiuto di diapositive aereopanoramiche, poté svelare un’incredibile schema presente sulla terra, fatto di figure straordinarie, nel vero senso del termine.
Tale schema fu descritto come una replica dei segni zodiacali del cielo.



Infatti lo zodiaco terrestre è il prodotto della combinazione di elementi naturali e artificiali (anche dell’epoca neolitica) del luogo: fiumi, colline, ruscelli, perimetri combinati a recinti, strade, cumuli, argini ecc.

Vari “Templi delle Stelle” sono stati individuati in Britannia in seguito  a quello di Glastonbury... Ma concentriamoci su questo in particolare per seguire con il tema trattato e per rendere il mio schema riflessivo più chiaro.

I segni presenti a Glastonbury non sono tutti fedeli alla rappresentazione classica. Infatti la Bilancia diventa una colomba  - comunque simbolo presente in uno dei vari associati al segno, considerandola con un significato di pace e aereo come il segno stesso - , il Cancro diventa una nave – che si potrebbe interpretare come un’evoluzione del segno, da afflitto a evoluto (per utilizzare i termini dell’astrologia esoterica), da chiuso in sé stesso a poderoso solcatore dei mari -, il Capricorno, il segno più complesso dello zodiaco, diventa un unicorno .
Da notare che in Astrologia Esoterica è presente la stessa trasformazione: una volta che il nativo in Capricorno è vicino alla realizzazione spirituale simbolicamente si trasforma in Unicorno. Sarebbe l’Iniziato trionfante il quale maneggia i poteri del terzo Occhio che si concentrerebbero a spirale nel centro tra le sopracciglia, almeno secondo le parole di Douglas Baker.
Ma, e qui torniamo completamente in tema, è  l’Acquario il segno che mi colpisce più che ogni altro in questo caso... Infatti l’Acquario è formato dalle colline e dai confini naturali dell’Isola di Avalon stessa e questa volta è rappresentato dal segno della Fenice, la “Fenice dell’Acquario”, come la chiamò la Maltwood.
In ciò vedo molte connessioni. La Fenice, che rinasce dalle sue stesse ceneri, è un simbolo potente di Rinnovamento, su tutti i piani. Accostata con l’Acquario trova infatti una simbiosi di significato. E’ ben chiaro infatti come l’Acquario, anche secondo l’Astrologia Esoterica, sia connesso, almeno di questi tempi, con l’arrivo di un nuovo ciclo, di un nuovo paradigma, dunque con un rinnovamento; con l’entrata in scena di nuove energie, di una nuova coscienza, di nuovi Raggi, per dirla in termini ‘teosofici’.  Un’energia di Arte, Bellezza, Creatività, di Ordine Cerimoniale e Rituale rinnovato. L’uomo che versa le Acque della Conoscenza che devono lavare via, poco alla volta almeno, la sporcizia e l’Oblio dovuti alle acque di Lete (veicolate in questo tempo dai Pesci), i cui effetti affossano costantemente l’essere umano impedendogli di progredire.

Tenendo in conto ciò osserviamo come dal becco della Fenice, la cui testa è rappresentata dal Tor, sgorghi la Chalice Well, o Sorgente del Calice, la fonte rossa, di connotazione assai femminile, mentre all’interno della fenice, nell’ala destra, vi è la White Spring, di connotazione maschile. Considerando che la Tradizione Avaloniana è assai legata alla Grande Madre noto come la figura riproponga il concetto della Dea ginandrica. La Dea che racchiude in sé entrambe le polarità vitali, in quanto divinità suprema, ma che si manifesta nell’energia di Vita e Creazione la quale non può che essere chiaramente di origine femminile, la cui energia è rappresentata appunto anche dall’acqua.



Arrivati a questo punto si capisce che «la chiave delle tradizioni di Avalon è contenuta nel paesaggio» (4). Infatti, altro elemento da considerare prima di iniziare a connettere il tutto è che «gli schemi geomantici della topografia circostante» formano una «stella a sette punte generata dal diamante delle quattro colline dall’aspetto particolare e caratteristico, il Tor, il Mump, il castello di Cadbury e Hamdon Hill» (5). «A nessun’altra longitudine» sarebbero presenti elementi geomantici, lunari e solari combinati e intersecati “per creare angoli che formano un eptagramma» (6)!
In ambito matematico, geometrico, spirituale ed esoterico, il 7, spesso utilizzato per rappresentare il mistero dell’eternità, è un numero irrazionale ed unico , “Vergine”.
Sette sono le note musicali, la misura di riferimento settimanale, i colori, il tradizionale numero dei pianeti, il numero della Dea Minerva e gli Elhoim...
«Nella simbologia pitagorica, l’eptade rappresenta la piena natura dell’umanità. In essa il triplice corpo spirituale è in combinazione con il quadruplice corpo materiale» (7).


Detto ciò, cucio ora tra loro gli elementi presentati nell’ottica che mi ha portato a scrivere quanto esposto.

Mi pare curioso dunque come l’Isola di Avalon, con i suoi elementi e messaggi geomantici, spirituali ed esoterici intrecciati tra loro puntino verso una direzione specifica... E’ innegabile che la Britannia sia un grande centro magico di potere... ricordo come mi sentivo tra le rovine dei castelli e in quel verde paesaggio, anni fa.
Però forse c’è un motivo se la testa della “Fenice dell’Acquario”, dal cui becco sgorga la Sorgente del Calice (il Calice trae origine dal Calderone - vedi il Calderone della Rinascita di Dagda), come fosse la promessa di un eterno ritorno, guarda ad ovest verso l’Isola del Destino, l’Isola di Smeraldo, Eriu (nome della Dea), il cui Centro Sacrale di quest’Isola Verde fu Tara, nome connesso alla Dea tibetana Tara Verde, altra connessione con il Sacro Femminino. C’è un motivo se l’Acquario presente nella “piccola Irlanda” guarda verso “la grande Irlanda”, quella vera, se questo microcosmo guarda al suo macrocosmo, trascinandosi dietro una enorme varietà ed ampiezza di elementi spirituali e simbolici e connessioni che giungono a ben altre longitudini del pianeta.

Parlo di luoghi che dispongono della più alta concentrazione di rovine megalitiche più alta del pianeta e del cerchio di pietre più grande.

Parlo infine di tutto ciò confidando in un cambio futuro e nella speranza di aver trovato una piccola verità. La speranza nell’arrivo di un segno di Aria, un segno Celeste, di un’era dunque più sottile, un’era fortunatamente in arrivo, un’era nella quale, si spera, tutto ciò che non conta dovrà essere lasciato per puntare invece alla preparazione del mondo in vista dell’arrivo del "Ponte Arcobaleno"...




“Vi doniamo l’Irlanda, ma poiché le nostre mani l’hanno formata non vogliamo abbandonare completamente il paese. Saremo la bianca foschia che avvolge le montagne; saremo la pace che spira sui laghi; saremo il grido di gioia dei fiumi; saremo la saggezza segreta dei boschi. [...] Molto tempo dopo che i vostri discendenti ci avranno dimenticato, udiranno la nostra musica sulle alture soleggiate e vedranno i nostri grandi cavalli bianchi sollevare le loro teste dai laghi di montagna e scuotere la rugiada notturna dalle loro criniere; alla fine sapranno che tutta la bellezza del mondo ritorna a noi, e che le loro battaglie non
sono che un’eco delle nostre.” Tuatha De Danann
“Gli Irlandesi sollevarono i loro visi […] Videro la luce del sole sull’erba simile a fuoco di smeraldo; videro l’azzurro del cielo e la solenne oscurità degli alberi di pino; udirono l’infinito suono dei rami scossi dal vento e delle acque che scorrono, e dietro ogni cosa echeggiava il sacro riso di Brigit.”  - Le meravigliose leggende celtiche, Ella Young
(1); (2); (3); (4); (5); (6); (7): “Avalon – I Sacri Misteri di Artù e Glastonbury”, di Nicholas R. Mann
 Ho trovato un sostegno anche nel testo "Il Vischio e la Quercia" di Riccardo Taraglio

domenica 2 ottobre 2011

Assalto al Tempio di Giove

L'articolo che segue è l'ho tratto dal blog Religio et Pietas, connesso al sito www.patheos.com. Da me tradotto dall'inglese all'italiano.
È una chiara dimostrazione di come queste pedine stiano continuando ad opponersi fermamente ad ogni manifestazione legata all'Antica Tradizione.
Ma la Ruota gira, i tempi fanno il loro corso: non si può fermare il crollo delle tre menzogne monoteiste nel mondo, le quali saranno sostituite, si spera, da un politeismo panteistico, dal Ritorno alla Natura...

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1 Ottobre 2011, scritto da M. Horatius Piscinus


Le Calende di settembre si sono dimostrate lunghe e piene, e ora altre Calende che scendono su di noi.  

Le Idi (13 settembre) celebrano l'anniversario della dedicazione del Tempio di Giove, Giunone e Minerva in cima al Campidoglio di Roma. È pertanto particolarmente triste apprendere che il Tempio di Giove Perenus che si sta costruendo per la nostra comunità a Poltava, in Ucraina, è stato aggredito la sera di lunedì scorso da un gruppo di Cristiani Ortodossi. Il nostro sommo sacerdote di Giove, Flamen Dialis Corvus Marco è stato ferito mentre difendeva l'altare di Giove ed è stato ricoverato. Ciò giunge dopo la notizia che un altro gruppo cristiano ha attaccato un santuario Romuva in Lituania. Anche qui in Ohio, alcuni anni fa, i cristiani hanno attaccato un santuario che fu eretto da un gruppo CUUPS sulla base di una Chiesa Unitariana a Fairlawn, un sobborgo di Akron. 
Mentre è triste sentire che tali eventi continuino oggi, non è uno shock venirne a conoscenza. Non quando ministri come John Hagey predicano che "La tolleranza è un peccato"; quando Pat Robertson, assieme ad altri, accusa i pagani dell'11 settembre 2001, o quando il Rev. Billingsly, l'ex ministro del Tempio Battista Akron, predicò una volta dal pulpito alla sua congregazione che dovrebbero bruciare sul rogo i pagani. Tale è il volto del "Nuovo Cristianesimo", che abbiamo incontrato ogni giorno, e ora questo è toccato al mio amico Corvus e alla sua famiglia. 

Questa è stata una notizia doppiamente preoccupante per me in questo momento. Sono stato invitato da Corvus a visitare Poltava in agosto, dove, come Pontifex Maximus, stavo per inaugurare due dei nostri nuovi sacerdoti. Sfortunatamente, altri eventi e una mancanza di fondi mi ha impedito di fare ciò quest'anno. Recentemente mi è stato diagnosticato un cancro esofageo. Devo ricevere un intervento chirurgico per rimuovere il cancro lunedì prossimo. Il cancro esofageo è incurabile e fatale, di solito. Tuttavia nel mio caso è stato scoperto molto presto e mi aspetto di sopravvivere senza difficoltà. Eppure, ciò ha sconvolto tutti i piani di viaggio e altre attività religiose alle quali dovevo partecipare, da quando ho ricevuto test, esami, e ora il trattamento. Queste notizie arrivano anche in un momento in cui alcuni di noi verso l'essere registrati come organizzazione di credo in Europa e, quindi, si preparano a chiedere protezione per la Religio Romana e i suoi seguaci in virtù della Carta UE. Forse l'anno prossimo sarò in grado di viaggiare a Poltava per le inaugurazioni dei nostri sacerdoti e, eventualmente, di dedicare il Tempio di Giove Perennus una volta completato.Per coloro che desiderano mostrare il proprio sostegno per la nostra comunità a Poltava, è possibile contribuire al Fondo Tempio su http://prodiis.org/c/pay/

lunedì 12 settembre 2011

L'Invito

Seduto a gambe incrociate sul margine della costa, alta centinaia di metri, Ferdiad, con i capelli agitati dal soffiare senza sosta del vento sotto un cielo incendiato, lo fissò con i grandi occhi azzurro-verdi in modo così penetrante ed intenso da risultare quasi inquietante... E quand'egli ebbe aperto bocca, il tempo si dilatò:

"Ti invito a lasciarti rapire dal fascino sottile che forse si è insinuato in te... Il fascino proveniente da questa terra che sussurra ancora i nomi delle stirpi incantate che sempre hanno nutrito le leggende ed il mistero che tuttavia pervadono certi luoghi e certe parti di noi, nonostante la vuotezza e la superficialità che attanagliano e che fanno sprecare un sacco di tempo in cose che non hanno alcun senso e che, se veramente stiamo a sentire, non colmano nulla ma danno solo provvisorie sensazioni mondane di sensatezza e importanza, seguite poi da un vuoto che nemmeno si vuole contemplare, cercando invece una nuova distrazione, una nuova allucinazione, ripetendolo, ripetendolo e ripetendolo..."

Non vedeva altro che il colore zaffiro e smeraldo dello sguardo che lo stava stregando, come in una qualche sorta d'Iniziazione... E la luce di quegli occhi iniziò a condurre il suo interiore di fronte ad uno scenario abberrante... Ed egli, forse per visioni, forse per sentire, inorridí nella drammatica presa di coscienza  che conseguì e del paradigma che in qualche modo aveva di fronte a sè: una realtà senza veli, cruda, terribilmente arida, moribonda...
Ma non si puo rendere vera comprensione di ciò che non si vive...
Quindi, dopo un tempo indefinibile, Ferdiad riprese a parlare, comunicando contemporaneamente anche a livelli sottili.
Il suo sguardo si fece più dolce e il colore degli occhi assunse tonalità più brillanti e vivaci, trasmettendo un senso di coraggio e sicurezza.

"Forse una voce dentro di te potrebbe finalmente chiedersi: ma allora è in quel tramonto il senso? O nel gioco contrastato di luci nel temporale e nell'odore della terra bagnata? O nel vento d'autunno sotto fronde cremisi e dorate? O forse nell'incantata immobilità del bosco candido in inverno e nelle dolci, inebrianti distese profumate e multicolori della primavera?
E allora dico: perche' non mettersi dunque a cercare? Il viaggio potrebbe essere più lungo, ricco ed intenso di quanto non si sia pensato in precedenza"

Silenzio.
L'anima persa tra le nubi, l'oceano e le colline verdi.

E vento.
Goccioline di pioggia.
Arcobaleno crepuscolare.
Un sorriso sincero.
Erba frusciante.
Il sussurro di un nome...

giovedì 25 agosto 2011

Poesie di Oscar Wilde... Poetiche verità


Premessa: il tutto va letto attentamente...

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Quei luoghi gentili

"E noi li abbiamo lasciati quei luoghi gentili
Con passo pesante, verso il nuovo calvario,
Di qui osserviamo, come chi allo specchio
Veda il proprio volto,
L'umanità suicida.
Capiamo quali spettri orribili
La mano rossa dell'uomo
Sappia fare sorgere."

 Il poeta potrebbe star descrivendo l'abbondono di una codizione armonica da parte di un gruppo di esseri umani, i quali, amareggiati, percorrendo un cammino aspro, doloroso e cupo, giungerebbero a vedere un "panorama" terribile: la loro stessa specie in una condizione di distruzione, una "umanità suicida".
Tale umanità, tramite la sua condotta, è macchiata d'infamia, vittima totale del Samsara. I suoi atti, i suoi pensieri, il suo modo di essere, tra l'altro, potrebbero essere in simbiosi con l'attività di esseri sottili di basso livello, di larve, o parassiti i quali si nutrirebbero delle energie negative costantemente prodotte negli Inferni di cemento e asfalto. 

Dico per esperienza che tali 'larve' son ben presenti intorno a noi, ed esse, traendo sostentamento dalle energie disarmoniche, ne fomentano ulteriore produzione, in un orrendo ciclo degenerativo. 
Ben asservite al Signore del Tempo Oscuro, che, come supposto in scritti precedenti, potrebbe appunto essere il demone di fuoco Jahveh, tali entità possiamo ritrovarle similmente rappresentate nei "voladores" dei libri di Carlos Castaneda, oltre che nel libro "Il giudizio della Donna" di Ada d'Ariès, in "Poemetto Alchemico", a cura di Davide Melzi, e altri testi.

A proposito di "Poemetto Alchemico", riporto, in conclusione di questo commento, una citazione riguardo al reale significato del termine 'gentile': 
"L'aggettivo "gentile" è un esempio di quella decadenza delle parole che ha portato alla perdita dei sensi originari e più alti.
Con questo termine infatti anticamente non ci si riferiva ad una persona amabile e cortese, o meglio tali significati erano solo secondari ed accessori.
Gentile era chi faceva parte di una gens, cioè di una stirpe di nobili origini, poiché poteva riferirsi ad un antenato di natura divina.
[...]
Tale Gens potrebbe forse essere concepita come una catena costituita da individui che si sarebbero trasmessi, secondo dei rapporti che potrebbero essere equiparati a quelli tra padre e figlio, un'influenza, ovvero una luce, una fiamma di conoscenza, che in origine sarebbe miticamente derivata da una Fonte super-umana, ovvero divina."
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La grazia in qualche modo

"La grazia in qualche modo, il fiore delle cose sfugge
a noi, i più miseri di tutti, i più infelici.
Noi che per pietà dobbiamo
vivere la vita di altri non la nostra. E poi distruggerla
con tutto dentro. Era ben diverso
quando l'anima e corpo pareva si fondssero
in sinfonie mistiche."

Da tale poesia traspare la sofferenza, l'abbattimento dell'Autore provocata dal vivere in un mondo tanto rozzo ed insensibile.
Dalle ultime tre righe, però, notiamo un'altro ammiccamento a tempi andati, armonici, sottolineando nuovamente il contrasto tra il mondo odierno e quello arcaico.

"Il corpo veniva assai curato, poiché era in stretto contatto con l'anima della persona, oltre che sua espressione fisica, e quindi, essendo, quella pagana, una visione olistica del cosmo, spirito e corpo erano estremamente connessi.
Possiamo perciò pensare ad una tendenza di concepire il corpo come un Tempio dello Spirito. " Rosa Alchemica e il Ritorno degli Immortali (prima parte)


"Per quanto riguarda la ripetuta parola godere, legata particolarmente agli antichi, potrebbe riferirsi  a come i godimenti sottili e fisici fossero considerati (tra gli uomini più nobili) un qualcosa da equilibrare e far coesistere, in un insieme intrinseco, fino a quando non fosse giunto il momento di Trascendere.
Infatti il corpo era considerato come una manifestazione dello spirito e uno strumento di apprendimento e, dunque, da non sottovalutare.
È chiaro che ciò non è il caso delle giustificazioni di coloro che non riescono a far di meno che identificarsi nei soli sensi fisici, sfociando in un basso e limitante materialismo..." Rosa Alchemica e il Ritorno degli Immortali (terza parte)

"... tal follia vien da Dioniso.
Sul doppio giogo delle rupi delfiche tu lo vedrai tra fiaccole di pece, danzar, vibrar, squassare il tirso bacchico" Euripide 
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Noi opprimiamo la nostra natura

"Ma noi opprimiamo la nostra natura, affamati,
Nutrendoci di pentimenti vuoti
-Dio o destino nostri nemici.
Siamo nati troppo tardi, non possiamo
Trovare sollievo in un seme secco di papavero,
Noi, che in un solo battito di tempo
Costringiamo la gioia dell'amore infinito
e il dolce dolore feroce dell'infinito peccato.

Siamo stanchi di questo senso di colpa,
Stanchi della disperazione cruda del piacere,
Stanchi dei templi che abbiamo costruito
e delle preghiere giuste inascoltate.
L'uomo è debole, Dio dorme.
Il cielo è in alto. Una scintilla.
Grande Amore. Morte."     
                                                    dal libro "Pantea"
Il senso del peccato...
Cos'è questa ridicolaggine in nome della quale una miriade di anime si sono abbandonate in balia di impietose tormente di dissoluzione spirituale?
Quelle anime avrebbero sperimentato, vissuto ed appreso a discernere e a capire...
Ma la milizia dei Vampiri è nemica della Gioiosa Unità. Dal loro abisso tendono trappole infami per aumentare il numero di caduti nel loro triste cimitero...

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Spirito di bellezza

"Spirito di bellezza, resta ancora:
Sono morti i tuoi antichi seguaci,
Ma per qualcuno il tuo riso radioso
Vale più di mille vittorie.
Resta ancora.

C'è qualcuno disposto a consacrarti il suo essere
Rinunciando alle virtù maschili: io, almeno,
Lo faccio, ogni giorno, nutrendomi delle tue labbra.
Perché nei tuoi templi trovo feste ben più sontuose
Di quelle offerte da questa età meschina
Coi suoi nuovi credi così scettici
e così dogmatici."

Rinunciare alle qualità negative maschili è d'obbligo per dare inizio a un nuovo tempo... Ma le Virtù Solari maschili, quelle vanno innalzate e rese potenti per distruggere le nefandezze che lo stesso spirito maschile decaduto ha portato nel nostro tempo, favorendo così il fiorire della Sacra Rosa dalle mani della Fanciulla Eterna...

Spirito di bellezza (seconda parte)

"Spirito di bellezza, resta ancora!
Sebbene mercanti faccendieri
Per vie ferrate la nostra isola guastino
e con le ruote spezzino le membra all'arte
Sì, anche se dalle fabbriche brulicanti
Esce il verme dell'ignoranzza
Che uccide l'anima,
resta ancora!"

Ed ecco che nuovamente si ripropone il tema della modernità che guasta l'armonia antica.
Nessuna Arte positiva ed equilibrata, nessuna comunità giusta o Valori Reali  costuiscono "vie ferrate" e "fabbriche brulicanti", che altro non fanno invece che sviluppare il "verme dell'ignoranza" e mantenere l'essere umano nell'incoscenza e nella morte interiore...

Ma possiamo iniziare un Viaggio, per inseguire danze gioiose sempre più introvabili...

sabato 6 agosto 2011

Il Sacro Spino e il Risveglio di Avalon


Amarezza e sconforto furono le sensazioni che provai per quanto accadde il 9 e 10 dicembre 2010: l'Holy
Thorn o Sacro Biancospino di Glastonbury, dove sorge la controparte del nostro mondo dell'Isola (un tempo, quando il livello del mare era più alto) di Avalon, fu tagliato da qualche ignoto individuo.
L'albero aveva vari nastri e fiocchi colorati tra i rami, lasciati da varie persone che considerano la sacralità del luogo...
Infatti, anticamente Avalon era un luogo nel quale il culto e l'energia della Grande Dea erano particolarmente fiorenti.
Molti simboli archetipici e sacre ed antiche energie erano e sono presenti nel luogo.
Il Tor, antichissimo luogo di iniziazione e potere rappresentava la Montagna del Mondo, i suoi sentieri a forma di labirinto la morte e la rinascita e quindi il Calderone della Dea, venendo iniziati al quale si poteva accedere gradualmente ai segreti dei Mondi Superiori e del Cosmo.
Sorgendo ad occidente, direzione legata all'Aldilà, il luogo veniva considerato portale per accedere all'Isola dei Morti e dei Beati.
Inoltre, visto da lontano ad una certa angolazione, il luogo formerebbe la figura di un'immensa donna sdraiata a pancia in su.

Nel luogo sono presenti due sacre sorgenti, l'una bianca e l'altra rossa: la Blood Spring (o Chalice Well) e la White Spring.
Il Bianco e il Rosso sono costantemente presenti nella Tradizione Avaloniana e perciò anche nelle antiche tradizioni britanniche e celtiche. Rappresentano la polarità cosmiche fondamentali alla vita.
Bianco e Rosso, Maschile e Femminile, Seme (o anche Latte) e Sangue.
Una donna che partorisce, una donna che allatta, un uomo che dona il seme, il sangue delle mestruazioni, il sangue la cui fuoriuscita incontrollata può provocare morte.
La polarità Bianco/Rosso è presente anche nella tradizione buddhista tibetana.
Il simbolismo però non è rigido, può appartenere sia a maschio che a femmina, infatti tutti gli esseri viventi esistono grazie alla Sacra Polarità.
Perciò il Bianco, parlando in un contesto alchemico, può essere associato all'argento e alla Luna e il Rosso all'oro e al Sole. La realizzazione dell'individuo, infatti, sia maschio o femmina, sta nell'integrare in sé le due nature, le due energie, raggiungendo la perfezione, propria della Grande Madre.
Vari esseri ultraterreni dell'antica tradizione britannica sono, o vestono, bianchi e rossi.
Molto altro ci sarebbe da dire ma, non essendo, questo scritto, una pura esposizione sugli elementi spirituali di Avalon, mi limito qui per non dilungarmi troppo, suggerendo vivamente l'opera di Nicholas R. Mann, “Avalon”.

Tornando all'avvenimento accaduto lo scorso anno, ho riflettuto per del tempo, cercando anche di sentire...

Studi, storie e leggende lasciano intendere che quando il cristianesimo arrivò sull'Isola di Avalon vi trovò un culto fiorente di adoratori della Natura.

Giuseppe di Arimatea, sempre secondo i cristiani, sarebbe stato colui che costruì la prima chiesa della cristianità e lo avrebbe fatto in questo luogo, servendosi di canne e sterpi. Avrebbe poi sotterrato il Graal e due ampolle, una bianca e l'altra rossa (contenenti sudore e sangue di Cristo), ai piedi della Chalice Hill.
Tra i cristiani del luogo vi è persino la convinzione che lo stesso Cristo sia stato nel luogo, interagendo quindi con il mondo pagano e druidico.

Ricollegandomi a Giuseppe, pare che il santo, arrivato stremato all'Isola avrebbe piantato, in una delle colline lì presenti (Wearyall Hill) , il suo bastone il quale, per “miracolo”, mise radici e fiorì.
Ecco che la cristianità, essendo già entrati nell'Età dei Pesci (simboleggiata dalla nascita di Cristo), mise veramente radici ed iniziò a fiorire (facendo sfiorire altro...).

Non v'era più posto per molte cose “pagane”, quindi s'attuarono varie trasformazioni, o meglio, sovrapposizioni:
le due sorgenti sacre (l'una fortemente calcarea e l'altra ferrosa) traevano la loro origine dal sangue e dal sudore di Gesù; il sentiero spiraliforme del Tor si ricollegava al sentiero di cristo sul Calvario e non più alla Dea e al passaggio degli stati esistenziali; morte e rinascita degli iniziati erano invece il fenomeno dell'immacolata concezione, crocifissione e resurrezione di Cristo; l'Albero del Mondo (molti erano gli alberi sacri nell'Isola, e ce ne sono ancora) fu ricollegato alla croce; il Calderone celtico dell'iniziazione e della Rinascita divenne il Santo Graal; la Grande Dea divenne la Vergine Maria e le incredibili, sacre e perfette proporzioni del naturale ordine dell'isola furono impiegate dai monaci per la costruzione della Old Church, considerata anche “Santa Madre Chiesa” della cristianità.

Anche sul Tor avvennero forti cambiamenti: i probabili menhir e dolmen sulla sua sommità furono abbattuti e l'apertura nel terreno lì presente, la quale conduceva nelle profondità del luogo sacro (riproducendo la discesa nel ventre creatore della Dea Madre), e nel quale sarebbe stata forgiata la spada chiamata successivamente Excalibur, fu sigillata dalla costruzione della chiesa di San Michele, della quale oggi rimane solo la famosa torre. San Cullen, poi si sarebbe preso la briga di “esorcizzare” il passaggio per l'Oltretomba, governato da Gwynn ap Nudd, lì presente.

Dal libro sopra citato: “[...] non c'era posto per le divinità ctonie di colline e caverne; né per i misteri alchemici del seno e del grembo, o per il vortice sessuale di geni, seme e sangue. Non c'era posto per le danze frenetiche, la trance estatica, la morte e la rinascita degli antichi iniziati.”
Le sacerdotesse della Dea sparirono o si convertirono falsamente in monache cristiane, ma il forte legame del luogo con il Femminile fu assimilato in parte dai cristiani perpetrando, seppur in modi diversi alcune antichissime usanze.



         Il grande abisso spirituale dell'umanità è stato raggiunto ormai da secoli in modo sempre crescente. Oggi, però, se non mi sbaglio, con l'approssimarsi dell'Età dell'Acquario le cose stanno cambiando.

Sembrerebbe che Cristo avesse detto: “Quando il segno dell'uomo verrà, illuminerà ogni cosa”.
Nell'ambiente esoterico ed astrologico tal frase, di tipo ermetico, è stata ricollegata, e mi suona veritiero, all'arrivo della costellazione dell'Acquario. Infatti questa è simboleggiata da un uomo che versa le acque della Conoscenza. Come non notare che ora, con l'approssimarsi di questo cambio varie cose prima occultate stiano venendo a galla?
Scandali religiosi e politici ed informazione (quando si ha la volontà di cercarla) sempre crescenti.
La luce dell'acquario sta iniziando ad illuminare il pantano nel quale si trova ora l'essere umano, mostrando una verità sempre più dura, più di quanto non si pensasse in precedenza.
Le forze oscure che hanno governato l'Età dei Pesci stanno compiendo i loro ultimi colpi, influenzando alcuni individui a compiere le azioni più folli.
E' questo il caso dell'abbattimento dell'Holy Thorn?
L'albero era molto collegato alla cristianità tramite la figura di Giuseppe di Arimatea, ma è assai probabile che sia solo una sovrapposizione cristiana come nella maggioranza dei casi.
Forse il dominio del cristianesimo e del monoteismo nell'Età dei Pesci (nel caso di Glastonbury) potrebbe essere proprio simboleggiato dalla torre di San Michele (uccisore di draghi e avversario degli Dèi pagani) sul Tor, santuario pagano. E forse il prossimo risveglio di forze antiche, decise a sradicare le negative energie pescine per far spazio alla Rinascita del Loro mondo, potrebbero comportare la simbolica distruzione della torre.
O, ancora, forse la torre è stata 'assimilata' dal luogo, come simbolo di congiunzione tra energie celesti e terrestri, la stessa funzione del dolmen.
Se però la torre verrà abbattuta dai movimenti della collina stessa, come successe in passato con le costruzioni cristiane precedenti, allora potremo forse pensare che Gwynn ap Nudd, avrà fatto la sua decisione in concomitanza con l'avvento del Nuovo Paradigma.
Vedremo...

In ogni caso, gli avvenimenti recenti mi hanno confortato: il Sacro Spino è fortunatamente vivo e in primavera ha fiorito e prodotto abbondanti germogli, di nuovo, rassicurando i cuori di coloro nutrono Speranza, nonostante gli sforzi del Nulla, nel ritorno delle Cose Antiche e degli Dèi nell'avvento di una Nuova Era.

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martedì 12 luglio 2011

ROSA ALCHEMICA E IL 'RITORNO DEGLI IMMORTALI' (terza e ultima parte)


L'ADORAZIONE DEI MAGI

"Ero seduto a leggere, a tarda notte, poco dopo il mio ultimo incontro con  Owen Aherne, quando udii qualcuno bussare piano alla porta; e sulla soglia trovai tre individui molto vecchi, appoggiati a robusti bastoni, che mi dissero di aver saputo che mi avrebbero trovato ancora sveglio, e che avevano cose importanti da dirmi."

Nel terzo ed ultimo scritto del libro, L'Adorazione dei Magi, torniamo in un contesto 'pagano'.

Il protagonista, nella stessa casa dell'inizio di Rosa Alchemica, riceve l'improvvisa visita di tre sconosciuti e bizzarri vecchi, i quali gli racconteranno la storia, in sintesi, della loro vita e alcune esperienze spirituali vissute, con tanto di annuncio della venuta di un nuovo tempo.

Riguardo il titolo del terzo scritto farò solo un piccolo appunto: i Magi erano astrologi (o almeno, anche) e l'astrologia era bandita dal clero poiché 'eretica'. Eppure, gli stessi Magi, furono annunciatori della venuta del Cristo...

In questo testo, però, i 'Magi' in questione sarebbero i tre anziani irlandesi, sopra citati, i quali, in una fredda notte invernale, entrano ad annunciare, come detto, il ritorno degli 'Immortali'.

"Li condussi nel mio studio, e quando gli arazzi con i pavoni si furono chiusi dietro a noi, misi tre sedie per loro vicino al fuoco, poiché i loro cappotti di lana erano gelati, e pure gelate erano le barbe, lunghe fin quasi alla vita. Si tolsero il cappotto e si chinarono sul fuoco per scaldarsi le mani, e notai che i loro abiti avevano molto della foggia campagnola di oggi, ma anche, mi parve, qualcosa dello stile cittadino di un'epoca più cortese. Quando si furono scaldati – e si scaldavano, pensai, più che per il freddo della notte per il piacere del calore per il calore – volsero verso di me i volti abusati dalle intemperie, bene illuminati dalla luce della lampada, e mi raccontarono la storia che mi accingo a narrare. Ora parlava uno, ora un altro, e spesso si interrompevano a vicenda, con la preoccupazione che hanno i contadini quando raccontano le storie e non vogliono tralasciare alcun dettaglio. Quando ebbero finito mi fecero prendere nota di quanto mi avevano riportato, perché io potessi ricordare le parole esatte, e si alzarono per andarsene, e quando chiesi loro dove andassero, e cosa facessero, e quali fossero i loro nomi, non vollero dirmi nulla, tranne che era stato comandato loro di viaggiare continuamente attraverso l'Irlanda, a piedi e di notte, affinché potessero vivere presso le pietre e gli alberi proprio nelle ore ore in cui gli Immortali si risvegliano.[...]".

'Peregrinare' di notte potrebbe volersi riferire al tempo nel quale, come di consueto, sciamani, maghi, streghe ed esseri fatati son particolarmente soliti agire, coperti dal velo del mistero e del silenzio.

O fate verdi e candide, nere e grigie,
   che a frotte
   Danzate al chiar di luna e all'ombra della
   notte
                       Le allegre comari di Windsor, W. Shakespeare

Ma ha un qualche ruolo particolare l'Irlanda nell'avvento di una Nuova Era?
Non posso affermarlo con certezza, ma sarà un argomento trattato in un successivo scritto.

    "I tre vecchi erano fratelli, fin dall'adolescenza vissuti in una delle isole occidentali, e in tutta la loro vita non si erano curati di nulla al di fuori degli scrittori classici e degli antichi scrittori gaelici, che proponevano una vita semplice ed eroica al tempo stesso."

Una vita semplice non significa necessariamente un'esistenza frivola fondata sull'ignoranza e sulla superficialità, altrimenti potremmo ben dire che la gran maggioranza degli esseri umani odierni vive assai semplicemente.
Infatti questa semplicità, accompagnata dall'eroismo, in un contesto magico e misterioso, come quello qui trattato, potrebbe riferirsi al vincere il complesso groviglio di banalità, bassezze e  piattezza quotidiane che già nei tempi 'classici' ebbero manifestazione (seppur non ai livelli tremendi e dominanti dei tempi attuali); al vivere l'Incanto proveniente da quei mondi e da quelle condizioni esistenziali che, tuttavia, come pensava anche George William Russell (A.E.), continuano ad esistere parallelamente al nostro mondo e alla nostra triste condizione, nonostante i tempi.
Quindi, l'invito a ritrovare la semplicità implica anche grande coraggio, poiché significherebbe intraprendere un graduale distacco dalla 'normalità' e dal comunemente accettato.
Con ciò, anche il dominio del flusso mentale, che solitamente ci imbroglia per gran parte del nostro tempo e che non ci permette di stare a sentire, riempiendoci la testa di continue tempeste psico-emotive e distrazioni, in un enorme e più o meno costante dispendio di energie, dovrebbe essere attuato. Tale attuazione al fine di rendere il potere mentale come uno strumento e non oggetto di identificazione.
Ma la situazione esistenziale della maggioranza umana rende gli individui simili ad un informe groviglio di energie: un groviglio disordinato, assai complesso e difficile da sciogliere, e dunque all'opposto della semplicità.

 "Ci sono più cose in cielo e sulla terra, Orazio, di quante ne comprenda la tua filosofia..."
                Amleto, W. Shakespeare

Trovo doveroso affermare che con la citazione di cui sopra non debba essere confusa la validità della Filosofia arcaica con quella più vicina ai tempi moderni (alla quale si fa probabilmente  riferimento nella citazione) e, ancor meno, a quella attuale...
Come detto negli scritti precedenti, gli antichi "amanti della Sapienza" non avrebbero posseduto solo teoria, ma bensì sperimentavano, arrivando a 'toccare con mano' il 'sovrannaturale'... Infatti la sola teoria senza ricerca della pratica a poco o nulla può valere e servire, cosa che invece è ben tipica anche nella cosiddetta "filosofia" contemporanea (giusto per ricollegarci a quanto detto sopra). Infatti, 'filosofeggiare' sulla  drammaticità dell'esistenza umana senza ricerca dei mezzi per trascenderla potrebbe ben essere un sintomo di tale condizione.
Ma torniamo al nostro tema...

  "Notte dopo notte, d'inverno, seduti accanto al whiskey fatto in casa di straforo, ascoltavano i cantastorie gaelici cantare per loro i poemi antichi; e notte dopo notte, in estate, quando i cantastorie erano al lavoro nei campi o al largo a pescare, leggevano Virgilio e Omero ad alta voce, l'uno all'altro, poiché non volevano godere in solitudine, ma godere come gli antichi."

E' anche vero, però, che a volte la lettura di certi particolari testi può trasmettere (nelle persone adatte ad intuire e recepire) a livelli anche sottili, smuovere interiormente e dare quindi degli impulsi di ricerca.
E ciò può avere due cause: l'autore, la sua conoscenza e il suo... 'potere'; il Fato, ovvero le forze che fanno si che 'ci finisca tra le mani' un certo scritto. Ma forse, queste due cause, potrebbero spesso non essere che una...
Per quanto riguarda la ripetuta parola godere, legata particolarmente agli antichi, potrebbe riferirsi  a come i godimenti sottili e fisici fossero considerati (tra gli uomini più nobili) un qualcosa da equilibrare e far coesistere, in un insieme intrinseco, fino a quando non fosse giunto il momento di Trascendere.
Infatti il corpo era considerato come una manifestazione dello spirito e uno strumento di apprendimento e, dunque, da non sottovalutare.
E' chiaro che ciò non è il caso delle giustificazioni di coloro che non riescono a far di meno che identificarsi nei soli sensi fisici, sfociando in un basso e limitante materialismo...

"Finché un uomo, che diceva di chiamarsi Michael Robartes, arrivò da loro su una piccola barca da pesca, attirato come San Brendano da una qualche visione e guidato da una voce; e predisse loro il ritorno degli Dèi e delle cose antiche; e i loro cuori, che non avevano mai sopportato la materialità e il peso della nostra epoca, ma solo quelli di tempi lontani, non trovarono nulla di inverosimile in quello che veniva detto loro, anzi accettarono ogni cosa con semplicità e ne gioirono."

Ciò potrebbe essere semplice... giunge loro Robartes, uomo fuori dal comune e dotato di conoscenza e potere, il quale comunica loro una notizia luminosa e chiara che si propaga dal centro della sua coscienza fino ai loro cuori, i quali, leggeri ed aperti alla Magia e al sottile propri di epoche remote, ed insofferenti alla bassezza dell'età moderna, recepiscono senza ombra di dubbio e con limpida chiarezza il glorioso messaggio.
Ciò è un procedimento di ricezione che si discosta decisamente dalla meccanica elaborazione puramente razionale della maggioranza degli esseri umani attuali.
Infatti, “ben si sa che ciò che ritiene, pensa e crede la gente dei mondi di fuori, soprattutto ultimamente, è quasi sempre un mucchio di parole inutili e senza alcun significato” (Il Meraviglioso viaggio del Viaggiatore Turchino, Hal Belson).

Tornando alla narrazione, passarono gli anni, e un dì, mentre uno di loro stava leggendo agli altri la Quinta Egloga di Virgilio, si addormentò 
e una strana voce parlò attraverso di lui, e ordinò di mettersi in viaggio per Parigi, dove una donna morente avrebbe rivelato loro nomi segreti affinché, per mezzo di questi, il mondo potesse venir trasformato a tal punto che una nuova Leda avrebbe aperto le ginocchia al cigno, un altro Achille assediato Troia.
Lasciarono la loro isola, e furono turbati da quello che vedevano nel mondo, e giunsero a Parigi, e là il più giovane incontrò in sogno una persona, che gli disse che dovevano vagare a caso, finché coloro che stavano guidando i loro passi non li avessero condotti a una strada e a una casa mostrategli in sogno. Vagabondarono qua e là per molti giorni, finché un mattino si trovarono a sud della Senna, tra viuzze intricate e squallide, dove pallidi visi di donne con i capelli in disordine li guardavano dalle finestre; e proprio quando stavano tornando indietro, pensando che mai la Sapienza avrebbe potuto illuminare un quartiere tanto frivolo, videro la strada e la casa del sogno.”

Al che, il più vecchio dei tre, che un po' ricordava delle lingue moderne, bussò alla porta, e proprio mentre il secondo anziano suggeriva di andarsene comparve sulla soglia una donna di una certa età vestita in modo “vistoso”: «Finalmente! Siete i tre parenti irlandesi, non è vero? E' tutto il giorno che vi aspetta».
Salirono le scale del bordello con una certa perplessità e attraversarono alcune stanze fino a quando giunsero al capezzale di una bellissima donna addormentata, vegliata da un'altra di loro.

La vecchia disse: «Si, finalmente sono arrivati; ora potrà morire in pace» e uscì.
    «Siamo stati ingannati dai demoni, - disse uno dei vecchi, - poiché gli Immortali mai parlerebbero per bocca di una donna come questa»

E quando tutti e tre convennero di esser stati “ingannati dai demoni” e che era giusto andarsene, il più vecchio, però, propose di inginocchiarsi al capezzale della donna morente, nel rispetto della sua grande bellezza. E la donna accanto al letto disse loro, timorosa, che quando i vecchi ebbero bussato alla porta la donna sul letto fu presa da convulsioni e gridò esattamente come griderebbe una donna durante un parto, ricadendo all'indietro come svenuta. E mentre i vecchi osservavano stupiti la contraddizione di quel viso, tanto fine e delicato ma esprimente un “desiderio inestinguibile”, il secondo di loro cantò come un gallo e venne posseduto da un'entità che i presenti, spaventati, scambiarono per un demone. Ma quando l'essere inizio a proferir parola dichiarò essere Ermes il “messaggero degli Dèi” che, assieme a quelli celtici, i vecchi veneravano.
Così Ermes, Pastore dei Morti, continuò dicendo: 
«... quello che avete udito è il mio segnale. La donna che qui giace ha partorito, e colui al quale ha dato la vita ha le sembianze di un unicorno, che di tutti gli esseri viventi è il meno simile all'uomo, essendo freddo, duro e virginale. E' sembrato che nascesse danzando; e ha lasciato la stanza quasi all'istante, perché l'unicorno, per via della sua stessa natura, ben comprende la brevità della vita. Ella non sa che se n'è andato, perché è caduta in un'estasi stupita nel vederlo danzare, ma voi chinatevi e porgete l'orecchio, affinché possiate comprendere i nomi ai quali esso risponde».

Ciò che risulta chiaro è un forte, inconsueto contrasto: un essere tutt'altro che virginale mette al mondo un essere essenzialmente virginale. Una donna consumata in un ambiente tanto squallido e  frivolo mette al mondo un essere magico, duro e freddo...
Perché?
La misteriosa risposta verrebbe di seguito...

Nessuno dei due vecchi parlò, ma rimasero certo perplessi a guardare quello che aveva parlato, tanto che la voce riprese: «Ogniqualvolta gli Immortali decidono di rovesciare le cose che sono oggi per riportare le cose che erano ieri, non trovano nessuno ad aiutarli, se non esseri che sono ai margini delle cose che sono oggi. Inchinatevi dunque profondamente, poiché Essi hanno prescelto questa donna nel cui cuore si sono raccolte tutte le follie, e nel cui corpo tutti i desideri si sono risvegliati; questa donna sottratta al Tempo e posta a giacere sul seno dell'Eternità».

Effettivamente la donna in questione è “ai margini delle cose che sono oggi”.
Mi vengono alla mente alcune ipotesi nel tentativo di comprendere il testo ermetico... ad esempio il cambiamento doloroso ma anche estatico nel passaggio contrastato tra Età Oscura e Nuova Era, ovvero: dopo l'immersione totale nella miseria e nello sfacelo spirituale e una volta consumate le energie che hanno governato tale tempo e penetrata a fondo la tremenda disarmonia e vuotezza (condizione forse legata anche all'attività di esseri come Havgan/Jahveh), non si potrà che procedere verso l'alto, ricercando l'opposto armonico, la Condizione Primordiale.
Perché così è l'Eterna Danza della Vita...
Il Passaggio, però, potrebbe non essere affatto indolore. La donna infatti (“Ciò che sta in alto è come che sta in basso”) ha dovuto consumare quasi tutta se stessa prima di essere prescelta dagli Dèi, in quanto “ai margini delle cose che sono oggi”, per assumere una parte nuova nel corso degli eventi...

La voce si esaurì in un sospiro, e il vecchio si risvegliò e chiese: «Ha forse parlato una voce attraverso di me, come fu quando mi addormentai leggendo Virgilio, oppure semplicemente ho dormito?»
    Il più vecchio di loro disse: «Una voce ha parlato per bocca tua. Dov'era la tua anima mentre quella voce parlava?»
    «Non so dove fosse la mia anima, ma io sognavo d'essere sotto il tetto di una stalla, e guardavo giù e vedevo un bue e un asino; e vedevo un gallo rosso appollaiato sulla greppia; e una donna che abbracciava un bimbo; e tre vecchi bardati in cotta di maglia inginocchiati a capo chino di fronte alla donna e al bambino. Mentre guardavo, il gallo ha cantato, e un uomo con le ali ai piedi si è levato in volo attraverso l'etere, e passandomi vicino ha gridato: “Vecchi sciocchi, voi una volta contenevate tutta la sapienza delle stelle”.»

Che dire... si potrebbe collegare la nostalgia per i tempi remoti dei tre vecchi, unita alla loro sensitività, con il sogno del secondo anziano, e si potrebbe ricollegare la caduta dal Tempo degli Antichi Dèi a quello della Nuova Religione.
Coloro che contenevano la sapienza delle stelle erano i Druidi, massime espressioni spirituali dell'Antica Europa, e il passaggio alla religione del "mite agnello redentore", che avrebbe corrotto la Sapienza e decretato il suo abbandono, avrebbe dunque dato luogo a degli “sciocchi”.
Ma anche i tre vecchi irlandesi, se ci pensiamo, mistici e isolati dal mondo moderno, erano tre uomini “ai margini delle cose che sono oggi” e dunque anch'essi eletti... scelti per vegliare la Natalità Rovesciata e servire il Proposito degli Splendenti per il Nuovo Paradigma, Proposito frutto della Legge Ciclica...

°

     Mi fermo qui con i commenti, poco prima della fine del testo, poiché penso che le cifre esoteriche siano particolarmente dense.
Ho varie impressioni ma esponendole potrei rischiare di manifestare opinioni così relative e personali da poter apparire quasi sinonimo di fantasia.
Scelgo dunque come conclusione quest'ultima citazione, quest'ultimo pensiero da parte del protagonista della storia, poco prima del termine del libro:


"Questo è tutto ciò che mi raccontarono i tre vecchi, e quando penso ai loro discorsi e ai loro silenzi, al loro arrivo e al modo in cui sono partiti, sono convinto che se li avessi voluti seguire oltre la soglia non avrei trovato impronte sulla neve. Forse, per quello che possiamo saperne noi umani, erano essi stessi degli Immortali".



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Recensione del libro, per chi fosse interessato/a, edito da “Adea Edizioni”:

William Butler Yeats
Rosa Alchemica

Tre racconti d'ispirazione
esoterica del poeta irlandese
studioso di alchimia e teosofia,
delle religioni orientali e delle
dottrine occulte.
Il rito di un Ordine segreto, in
una terra remota, che evoca
l'antichità pagana, celtica
e classica; un misterioso volume
dell'eresia medievale, magico
codice che svela l'enigma della
totalità; la ricomparsa dei Magi
- infine - in tempi moderni,
che annunciano l'inizio di un
nuovo ciclo di civiltà e il ritorno
degli Immortali.
Tre scritti accattivanti, densi
di slanci e visioni, ma permeati
di sottile ambiguità e ironia,
nel miglior stile dell'Autore.

William Butler Yeats (1865-1939),
poeta, scrittore e drammaturgo,
viene ormai riconosciuto
come la maggior voce poetica
in lingua inglese degli ultimi cento
anni. Insignito del premio Nobel
nel 1923, egli trae gran parte della
propria ispirazione dall'interesse per
l'occulto e la tradizione del suo
magico paese – l'Irlanda.